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Delitto Garlasco, ex maresciallo condannato a 2 anni e mezzo: “Testimoniò il falso”

Il maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto, che indagò sull’omicidio di Garlasco, dovrà inoltre pagare una provvisionale di 10mila euro ai familiari di Chiara Poggi. Avrebbe mentito sulla bici da donna nella disponibilità di Alberto Stasi.
A cura di Susanna Picone
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Spetta ai giudici della Corte di Cassazione decidere se riaprire il giallo di Garlasco o assolvere in via definitiva Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Lui, unico imputato, non sarà presente.

Francesco Marchetto, ex maresciallo dei carabinieri oggi in pensione, è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una provvisionale di diecimila euro alla famiglia di Chiara Poggi, la ragazza uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto di nove anni fa. Nel 2007 – all’epoca dell’omicidio della ventiseienne Chiara Poggi – il maresciallo comandava la caserma del centro della provincia di Pavia. L’accusa nei suoi confronti è di falsa testimonianza. La sentenza nei confronti del maresciallo è stata letta dal giudice monocratico del tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli. Secondo l'accusa, che aveva chiesto una pena di tre anni, Marchetto testimoniando il falso sulle ragioni per le quali non aveva sequestrato la bicicletta nera da donna nella disponibilità di Alberto Stasi, fidanzato della vittima, influenzò l'esito del processo di primo grado. Anche per questo motivo Stasi avrebbe incassato una doppia assoluzione, poi annullata dalla Cassazione che ordinò un processo bis.

Alberto Stasi condannato per l’omicidio di Chiara Poggi dopo anni di processi e misteri – Alberto Stasi è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi solo lo scorso anno, dopo un lungo e complesso iter processuale, e condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione. Attualmente l’ex studente bocconiano sta scontando la sue pena e qualche giorno fa ha chiesto e ottenuto per la prima volta da quando è in cella la liberazione anticipata di 45 giorni. Liberazione anticipata che ogni detenuto che sta espiando una condanna passata in giudicato può chiedere “per ogni semestre di pena scontata” qualora ravvisi l'assenza di rilievi disciplinari e ritenga di aver “dato prova di partecipazione all'opera di rieducazione”. L’istanza, da quanto si è appreso, è stata presentata e concessa, nelle scorse settimane, dal giudice della sorveglianza milanese Guido Brambilla.

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