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Def, le Camere approvano la risoluzione M5s-Lega: “Più flessibilità ed evitare aumento Iva”

I due rami del Parlamento hanno approvato la risoluzione proposta da M5s e Lega al Def, il Documento di economia e finanza. La maggioranza chiede al governo di evitare l’aumento dell’Iva e di garantire maggiore flessibilità, cercando di far slittare di un anno il pareggio di bilancio, previsto per il 2020.
A cura di Stefano Rizzuti
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Foto: Twitter/Senato
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Via libera dei due rami del Parlamento alla risoluzione presentata da MoVimento 5 Stelle e Lega al Documento di economia e finanza 2018, il Def. Prima l’ok della Camera, con 330 voti favorevoli, 242 contrari e quattro astenuti. Poi quello del Senato con 166 voti a favore, 127 contrari e sei astenuti. La risoluzione ha avuto il parere favorevole del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Con la risoluzione si impegna il governo “ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia inerenti l’aumento dell’aliquota Iva e delle accise su benzina e gasolio” e a “individuare misure da adottare nel 2018 nel rispetto dei saldi di bilancio”.

La maggioranza vuole evitare l’aumento dell’Iva e chiedere più flessibilità all’Europa chiedendo lo slittamento del pareggio di bilancio di un anno, dal 2020 al 2021: questi sono i due punti principali che emergono dal documento. La risoluzione è stata approvata con lo stesso testo nei due rami del Parlamento. Il Def era stato varato ad aprile dal precedente governo, quello guidato da Paolo Gentiloni, che in assenza di un nuovo esecutivo ha proceduto con valori tendenziali e senza inserire alcuna scelta politica. Per questo motivo la risoluzione approvata oggi dalle Camere assume maggiore rilievo.

Tria chiede una riforma dell'Eurozona

Prima delle votazioni ha parlato il ministro dell’Economia, soffermandosi su vari punti, a partire dalla richiesta di una riforma dell’Eurozona: “L’area dell'Euro ha obiettivi limitati, il sistema delle regole di bilancio non favorisce le spese per investimenti pubblici e consente squilibri della partite correnti, ci sono chiari problemi sul piano del coordinamento necessario tra politica monetaria e politiche di bilancio. L’architettura economica che governa l’area valutaria comune deve essere indirizzata alla crescita e alla convergenza. Ne trarrebbero beneficio sia l'Italia che l'Eurozona”.

Tria parla anche del rapporto debito/pil e del suo percorso discendente che non dovrebbe essere messo a repentaglio “perché il consolidamento di bilancio è una delle condizioni necessarie per mantenere e rafforzare la fiducia dei mercati, fiducia imprescindibile per la tutela delle finanze pubbliche, i risparmi degli italiani e la crescita”. La ripresa – sottolinea il ministro – continua “ma a ritmi contenuti”, mentre altro punto fondamentale per il governo è quello del reddito di cittadinanza, “volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite intervenuti non assistenziali bensì tramite l’integrazione nel mercato del lavoro” e che “avrà un ruolo centrale”.

Infine, il ministro dell’Economia chiede la possibilità di “considerare la spesa per investimenti diversamente dalla spesa corrente anche ai fini degli obiettivi di indebitamento”. Secondo Tria l’Ue dovrebbe concedere questa possibilità, in quanto si tratterebbe di “una svolta ormai matura che può portare a un piano europeo degli investimenti di cui l'Italia è da sempre promotrice”.

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