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David, dai bulli a scuola alla sindrome di Asperger: “Così lottiamo contro i pregiudizi”

La storia di David, oggi 26enne, che pochi anni fa ha scoperto di avere la sindrome di Asperger, raccontata dalla mamma Paola Micucci. Insieme hanno anche fondato un’associazione che combatte contro i pregiudizi e a favore della diagnosi precoce: “Lo ha salvato il mio intuito, sapevo che c’era qualcosa di strano ma non ho mai notato la sua diversità. Ora studia all’università. Ha dimostrato che nonostante le difficoltà con l’esercizio, la costanza e la volontà ce la si può fare”.
A cura di Ida Artiaco
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Paola Micucci e suo figlio David (Facebook).
Paola Micucci e suo figlio David (Facebook).

David ha 26 anni, è originario di Ortona ma studia all'Università di Chieti e tra le sue più grandi passioni c'è la breakdance e il teatro. La sua, tuttavia, non è sempre stata una vita facile: quando aveva 19 anni gli è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, una forma di autismo che provoca un disturbo pervasivo dello sviluppo. Da allora, mano nella mano con la mamma, Paola Micucci, ha fatto passi da gigante non solo per quanto riguarda la sua vita privata ma anche rispetto alla sensibilizzazione di questa condizione che rappresenta ancora uno stigma per molte famiglie italiane. Per questo, mamma e figlio hanno anche fondato un'associazione, Aspiedavid, con la quale lottano dal 2012 contro pregiudizi e falsità. "Voglio raccontare la sua storia per dire che l'Asperger non è una malattia, ma una condizione, una neurodiversità, e che i ragazzi come lui non vanno mai lasciati soli", ha detto Paola a Fanpage.it.

David è nato quando lei aveva 42 anni, da una relazione con il suo ex compagno. Paola aveva già 3 figli. "Io non ho mai fatto caso alla diversità di mio figlio – sottolinea Paola, operatrice socio-sanitaria -. Ma vedevo che aveva delle difficoltà nello sviluppo. Anche a scuola cominciava ad avere dei problemi con i suoi compagni, che lo bullizzavano continuamente perché era diverso, un po' bizzarro, catatonico quando parlava e ovviamente timido. Aveva 13 anni circa. L'anno successivo arrivò la prima diagnosi di disturbo del comportamento. Ma il mio intuito mi diceva che c'era dell'altro. Ho cominciato autonomamente a fargli fare delle terapie, come logopedia e terapia comportamentale. Ho fatto di tutto con lui, gli ho anche insegnato a scrivere perché non riusciva a muovere correttamente le mani. Sono stati anni di duro lavoro". Poi, qualche anno più tardi, un aiuto a Paola e David arriva da Google. "Trovai, per caso ma non troppo, come si sul dire, il nominativo di Davide Moscone, un dottore specializzato in Asperger – ha continuato la donna -. Gli scrissi una mail disperata. Seppi solo dopo che in quei giorni era in viaggio di nozze in Thailandia. Al suo ritorno ci ricevette a Roma e iniziò subito a darci alcune risposte, avevamo incontrato la persona giusta, che stava facendo chiarezza. Forse è stata un coincidenza oppure forse le cose dovevano andare proprio in questo modo. Mio figlio aveva 19 anni quando abbiamo saputo che aveva l'Asperger".

Da allora Paola e David hanno superato insieme difficoltà e pregiudizi e si sono impegnati per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa condizione. "Noi lottiamo – conclude Paola – affinché tutti capiscano che l'autismo non è una malattia, è una neurodoversità, a cui possono essere correlate delle patologie, ma questo è un altro discorso. C'è molta confusione anche sui social, ci attaccano continuamente, ma io sono tranquilla. C'è bisogno di unione. Ho scritto anche al ministro Salvini perché chi ci governa deve intervenire, perché si devono aggiornare i docenti o il personale Asl per educare i nostri figli e farli diventare autonomi. Anche le famiglie devono cambiare atteggiamento, per molte l'autismo è ancora uno stigma, ma noi vogliamo combattere questo preconcetto e far capire che fondamentale è la diagnosi precoce. David ha fatto tanta strada, ora è indipendente, vive con tre coinquilini pugliesi a Chieti dove frequenta l'università, ma si è dedicato anche al teatro portando in scena proprio uno spettacolo sull'autismo. Ha dimostrato che nonostante le difficoltà con l'esercizio, la costanza e la volontà ce la si può fare. L'importante è non restare soli".

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