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Dario Argento porta in scena la sensuale danza di Salomè nella Basilica di Assisi

Sabato 14 ottobre il maestro del brivido porterà la danza dei sette veli nella basilica di San Francesco ad Assisi nell’ambito del progetto “Omaggio all’Umbria”, diretto dalla cantante lirica Laura Musella. Ma assicura: “Non ci sarà nessuna morbosità.”
A cura di Redazione Cultura
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Sarà un evento a suo modo unico. La "Salomè" di Oscar Wilde danzerà nella Basilica di Assisi sabato 14 ottobre nell'ambito del progetto "Omaggio all'Umbria", diretto dalla cantante lirica Laura Musella, per la regia del maestro del brivido, Dario Argento. Ma – ci tiene a precisare il grande regista – sarà per forza di cose una  una danza dei sette veli molto immaginata, trattandosi la Basilica di San Francesco ad Assisi di una chiesa ancora dedita al culto religioso.

Sarà quindi un'opera in un atto per soli, coro e orchestra, con l'Orchestra dei Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, di cui Domenico Pierini è direttore. La musica è di padre Giuseppe Magrino, direttore della Cappella musicale della Basilica di San Francesco. Il testo, invece, è liberamente tratto dalla "Salomè" di Oscar Wilde. Proprio sulla carica erotica e sulla sensualità morbosa di questa danza, Dario Argento ha dichiarato:

Non si può pensare che nella Basilica del Santo si possa fare questa danza, con tutta la sua incredibile morbosità. Quindi bisognerà immaginarla ed è la prima volta che mi ci misuro. Spero di essere all'altezza di dare emozioni al pubblico malgrado i personaggi siano quasi fermi e senza i costumi.

Basilica di San Francesco ad Assisi

La basilica di San Francesco ad Assisi, è il luogo che dal 1230 conserva e custodisce le spoglie mortali del santo serafico. Voluta da papa Gregorio IX, venne insignita dallo stesso Pontefice del titolo di Caput et Mater dell'Ordine minoritico e contestualmente affidata in perpetuo agli stessi frati. Nella complessa storia che ha segnato l'evoluzione dell'Ordine, la basilica fu sempre custodita dai cosiddetti "frati della comunità", il gruppo che andò in seguito a costituire l'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Nel 2000, insieme ad altri siti francescani del circondario, la basilica è stata inserita nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

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