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Danimarca: “Accogliamo a braccia aperte i combattenti jihadisti che tornano dalla Siria”

Nella città di Aarhus – la seconda più grande del paese – la polizia non sbatte in galera i combattenti jihadisti ma offre loro assistenza medica e psicologica.
A cura di Davide Falcioni
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C'è chi li sbatte in galera e getterebbe volentieri la chiave, chi chiuderebbe lefrontiere per "tagliare la testa al toro" e chi, invece, è pronto ad accogliere gli jihadisti a braccia aperte, come avviene in Danimarca. Il capo della sezione per la prevenzione dell'estremismo della polizia di Aarhus – seconda città del paese – ha infatti deciso di adottare con i combattenti andati in Siria e rientrati in patria un metodo "soft power". Anziché arrestarli, l'obiettivo del governo cittadino e delle forze dell'ordine è quello di rieducarli e reintegrarli nella società danese: ai "reduci" dalla guerra che si sta combattendo in Siria viene fornita assistenza medica e psicologica gratuita.

In un'intervista rilasciata a Vice News il capo del dipartimento di polizia ha affermato: "A differenza della Gran Bretagna, dove chi ha partecipato alla guerra in Siria finisce in carcere, noi accogliamo i reduci a braccia aperte e gli chiediamo se abbiano bisogno di aiuto". Il comportamento della polizia danese ha fatto storcere il naso a molti, abituati a considerare i miliziani alla stregua di feroci terroristi: "Molti ragazzi partecipando alla guerra hanno perso la loro innocenza: credevano di dare il loro sostegno a una causa giusta ma quello che hanno trovato è stato terribile: stupri, donne e bambini decapitati, fame e malattie".

Secondo l'agenzia di intelligence danese Pet sono dal 2011 ad oggi sono stati almeno 100 i cittadini partiti per la Siria. Persone che la polizia della città di Aarhus non considera terroristi, ma fa in modo che possano reintegrarsi con il resto della società: "I nostri metodi – sostiene il capo della squadra antiterrorismo – sono molto più economici e danno risultati sorprendenti". Se nella seconda città del paese si punta ad aiutare gli jihadisti, il governo della Danimarca fa comunque parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti ed ha dato il proprio sostegno ai bombardamenti in Siria e Iraq.

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