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Damiano, l’arbitro più giovane di Italia e il suo esordio in campo. La mamma: “Un sogno”

Damiano Bellini, originario di Formigine, in provincia di Modena, domenica mattina ha diretto la sua prima partita dei Pulcini del CSI. A soli dodici anni è il direttore di gara più giovane di Italia.
A cura di Enrico Galletti
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Si chiama Damiano Bellini, ha 12 anni, ed è l'arbitro più giovane d'Italia. Damiano, studente originario di Formigine, in provincia di Modena, domenica mattina ha diretto la sua prima partita: quel fischio in divisa verde che ha dato il via al match dei ragazzi della categoria Pulcini del CSI: la gara tra Formigine e Pavullo. Sugli spalti, oltre a mamma Anna e a papà Stefano, nella sua città natale, c'erano gli amici e i compagni di classe. Perché Damiano, prima di essere l'arbitro più giovane di Italia, è uno studente di seconda media, e quella del 19 novembre, per lui, è destinata a diventare una giornata decisiva.

Emozioni, aspettative. Grinta. Il giovane Damiano, grande tifoso del Modena, sa farsi rispettare anche dai giocatori più grandi. Non ha paura di essere criticato, e a chi lo fa risponde a tono. La sua storia è la storia di una passione incondizionata per il "mestiere" dell'arbitro. Il suo grande mito è Marco Di Bello, e qualche mese fa ha deciso di voler diventare come lui. Allora si è rimboccato le maniche e ha cominciato a frequentare i corsi per diventare direttore di gara. Due lezioni alla settimana, fino alle dieci e mezza di sera. Passione e qualche sacrificio. Alla vigilia del suo esordio era tranquillo. "Ce la metterò tutta – aveva raccontato a Fanpage.it -, comunque vada sarà un successo". Un'emozione che ricalca anche mamma Anna, che con l'entusiasmo e qualche lacrima agli occhi fa il tifo per il successo del giovane Damiano. "È successo tutto così all'improvviso – spiega -, stiamo ricevendo una vicinanza che non ci saremmo mai aspettati. È un piccolo grande sogno che si avvera".

Dopo le prime esperienze che l'avevano visto protagonista nell'oratorio della parrocchia, la svolta. Damiano arbitrava le partite dei profughi ospiti in provincia di Modena. Su quei campi ha imparato a farsi rispettare, ha capito l'importanza di essere imparziali e di darsi da fare per permettere al calcio di rimanere un gioco, ancor prima che una competizione. Da lì la decisione di diventare direttore di gara. Una lezione di vita che ha segnato Damiano ma anche i ragazzi di un'intera città, quella di Modena, che da tre giorni fanno il tifo per lui. Nonostante i fischi, i cartellini gialli e quelli rossi, che in fondo sono i simboli più concreti di un sogno che si avvera. A dodici anni.

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