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Dalle Hawaii primo ricorso contro il nuovo Muslim Ban di Trump: “Stessi difetti del primo”

Il primo ricorso contro il nuovo bando immigrazione di Trump arriva dalle Hawaii: i procuratori dello Stato hanno spiegato che intendono chiedere al giudice federale un ordine temporaneo per bloccare l’attuazione dell’ordine esecutivo.
A cura di Susanna Picone
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Arriva dalle Hawaii, lo Stato dove è nato Barack Obama, il primo ricorso contro il nuovo bando firmato lunedì dal presidente americano Donald Trump, che sospende i nuovi visti per sei paesi musulmani. I procuratori hanno spiegato in una serie di documenti presentati a una corte che intendono chiedere al giudice federale un ordine temporaneo per bloccare l'attuazione del nuovo ordine esecutivo. Secondo quanto ha spiegato alla Cnn uno dei procuratori, Neal Katyal, anche il nuovo “travel ban” di Trump “sconta ancora gli stessi difetti costituzionali e regolamentari” di quello precedente, che ha scatenato polemiche e proteste ed è stato poi sospeso e bocciato da varie corti federali. Già il New York Times aveva segnalato che nonostante sulla carta il nuovo documento abbia eliminato alcuni elementi che avevano portato il vecchio bando a essere bloccato continuano a esserci dei passaggi che potrebbero violare la costituzione.

Il nuovo "Muslim Ban" di Trump – Il nuovo decreto di Trump mantiene il divieto di ingresso di 90 giorni negli Stati Uniti per i cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana, che però scendono da sette a sei (è stato escluso l'Iraq mentre restano Iran, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen) e la restrizione non si applica ai possessori di green card. Il nuovo provvedimento dovrebbe entrare in vigore il 16 marzo.

“Trump incontrò ambasciatore russo” – Intanto alcuni media Usa hanno rivelato che il presidente Trump avrebbe avuto un breve incontro con l'ambasciatore russo Serghiei Kisliak, lo scorso 27 aprile, in occasione di un discorso dell’allora candidato repubblicano in un hotel di Washington. Kislyak era tra i quattro diplomatici presenti al ricevimento. Riguardo questa notizia la Casa bianca ha provato a minimizzare spiegando che non si è trattato di un vero e proprio incontro. “Il Center for the National interest ha ospitato il discorso di politica estera di Trump e il ricevimento precedente all'intervento. Diversi ambasciatori erano presenti”, ha detto una portavoce della Casa Bianca aggiungendo che Trump “è rimasto circa cinque minuti al ricevimento prima di salire sul palco”.

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