50 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Dalle 14 e 58 del 9 dicembre le lavoratrici italiane non verranno più pagate

Ieri le donne francesi hanno manifestato contro il divario salariale rispetto ai lavoratori uomini. Alle 16 e 34 hanno incrociato le braccia per un’azione simbolica. In Italia il gap è inferiore, ma comunque alto: dalle 14 e 58 del 9 dicembre di fatto le donne smettono di essere retribuite per il lavoro svolto.
A cura di Davide Falcioni
50 CONDIVISIONI
Immagine

Alle 16, 34 minuti e 7 secondi di ieri, 7 novembre, migliaia di donne francesi hanno incrociato le braccia e smesso di lavorare in segno di protesta contro le differenze salariali. Allo sciopero hanno aderito molte lavoratrici e anche non pochi uomini, in segno di solidarietà: "Perché continuare a lavorare gratis fino alla fine dell'anno, precisamente 39 giorni in più dei colleghi maschi senza alcuna retribuzione?", chiedono le organizzatrici della mobilitazione.

Come dar loro torto? Nel paese in cui ogni edificio pubblico mostra il motto rivoluzionario "Liberté, Égalité, Fraternité" le donne sono costrette a lavorare mediamente 9 giorni senza percepire lo stipendio, prendendo come riferimento il salario di un uomo. Lo sciopero è stato promosso dal collettivo "Les Glorieuses" ed ha incontrato il supporto di migliaia di lavoratrici e persino del ministro delle pari opportunità Laurence Rossignol. L'agitazione verrà ripetuta l'8 marzo, per la Festa della donna, e il 7 novembre del prossimo anno, sempre se nel frattempo le cose non evolveranno positivamente. L'idea dello sciopero non è francese: le prime a proporlo furono le donne islandesi ottenendo un grande successo e una risonanza internazionale.

Immagine

La mobilitazione di ieri in realtà non è stata un vero e proprio sciopero, dal momento che non è stata proclamata da un sindacato. Si è trattato più che altro di un'azione simbolica contro un'ingiustizia palese che colpisce milioni di donne francesi, e non solo. Anche in Italia la differenza di salario tra i lavoratori dei due sessi è sensibile, anche se la situazione è decisamente migliore rispetto ai transalpini. Stando ai dati pubblicati da Eurostat nel 2014, infatti, le lavoratrici italiane svolgono un lavoro "volontario" a partire dalle 14 e 58 minuti del 9 dicembre. Da quel momento in poi, infatti, non percepiscono più nessuna retribuzione, sempre dando per scontato come riferimento lo stipendio di un uomo. Si tratta di quasi 20 giorni di "lavoro volontario". Il paese peggiore nella classifica europea è l’Estonia, in cui dal 20 settembre le donne lavorano gratis, mentre in testa alla classifica c'è – forse un po' a sorpresa – la Romania. "Il divario salariale tra donne e uomini riflette le discriminazioni e le disuguaglianze sul mercato del lavoro che, nella pratica, colpiscono ancora e soprattutto le donne", commentano gli studiosi dell'Unione Europea

Il gap salariale si spiega soprattutto con l'assenza delle donne nei settori meglio pagati: pur rappresentando il 40% della forza lavoro, infatti, solo il 17% delle lavoratrici ricopre ruoli dirigenziali. Secondo il Gender Gap Report 2016 – citato dal Sole 24 Ore – "le donne guadagnano meno degli uomini. Per l’esattezza, gli uomini guadagnano il 12,2% in più e, all’opposto, le donne guadagnano il 10,9% in meno degli uomini. Rispetto al 2014, il gap delle retribuzioni è cresciuto ulteriormente: gli stipendi degli uomini sono saliti dello 0,6%, quelli delle donne hanno subito un taglio dello 0,7%".

50 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views