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Dalla jihad al cristianesimo: la storia di Tania Georgelas, la First Lady dell’Isis

E’ stata soprannominata la First Lady dell’Isis. Dopo il matrimonio con un texano convertito all’Islam, Tania Georgelas si trasferisce con il marito e i figli in Siria. In fretta, però, capisce che i sogni di jihad sono in realtà un incubo e scappa. Adesso vive in un sobborgo di Dallas dove frequenta una chiesa cristiana.
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A cura di Mirko Bellis
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Tania Georgelas durante l'intervista concessa a The Atlantic (Credit: The Atlantic)
Tania Georgelas durante l'intervista concessa a The Atlantic (Credit: The Atlantic)

Tania Georgelas, un’inglese figlia di genitori provenienti dal Bangladesh, cominciò a radicalizzarsi dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, quando era ancora una ragazzina. La sua storia, a prima vista, potrebbe apparire simile a quella di tante occidentali che, nel nome della jihad, sono cadute nella spirale di violenza del sedicente Stato islamico. Nata in un quartiere a nord di Londra, nel 2004, Tania incontra su internet John, il suo futuro marito. Lui è un texano, convertito all'Islam all'età di 13 anni; proviene da una ricca famiglia di fede cristiana, il padre è un ex colonnello dell’esercito americano. I due, mentre vaneggiano di diventare dei martiri, mettono al mondo tre figli. Nel 2013, quando decidono di trasferirsi in Siria, Tania è incita del suo quarto bambino. “Il nostro sogno era che i nostri figli diventassero terroristi, soldati e martiri della jihad", ammette ora Tania.

John, diventato nel frattempo Yahya Abu Hassan, inizia subito la sua “scalata” ai vertici dell’organizzazione terrorista. Secondo i servizi di intelligence è il foreign fighters americano più importante tra le fila dello Stato islamico, responsabile di diffondere in lingua inglese la propaganda estremista. Per i media inglesi, Tania si converte nella First Lady dell’Isis. Ma la sua permanenza in Siria dura poche settimane: si ammala e decide di scappare con i figli. La sua è una rocambolesca fuga attraverso il confine turco fino all'aeroporto di Istanbul dove ad attenderla ci sono i genitori di John che la portano a Plano, un sobborgo non lontano da Dallas.

Adesso Tania ha 33 anni, la sua vita è completamente diversa e ha voluto raccontare la sua esperienza a The Atlantic, storica rivista statunitense. Si scopre così che il motivo della sua radicalizzazione è stato il razzismo contro i musulmani dopo gli attacchi terroristi a New York e Washington del 2001. “Il giorno dopo l’attentato sono andata a scuola e ho detto ad una mia amica: ʽNon è terribile quello che è successo?’ e lei mi rispose ʽPensi veramente che sia stato così male?’. Fu in quel momento che diventai una jihadista”, ricorda Tania. Prende parte alle manifestazioni contro la guerra in Iraq del 2003 e conosce il suo futuro marito attraverso un sito di incontri online. Dopo le nozze e tre figli, John la convince ad andare in Siria per unirsi ai jihadisti che stanno combattendo per instaurare lo Stato islamico. “Abbiamo avuto figli per un solo motivo – confessa la donna mostrando la foto di uno dei bambini – farli diventare mujaheddin”. Tania non ci mette molto a capire che quella non è la vita che ha sempre sognato. Chiede al marito il permesso di lasciare la Siria e alla fine del 2013, già negli Usa, ottiene il divorzio.

Non è facile per lei vivere nel Paese che da sempre considerava come il male assoluto ma, dopo un periodo di depressione, decide di ricorre ancora una volta ad un sito di incontri mattrimoniali. “Ho 4 figli e mio marito mi ha abbandonata per diventare il nuovo Osama Bin Laden”, il suo annuncio. In poco tempo rispondono 1.300 uomini, tra questi anche il suo futuro compagno, Craig, un impiegato di un’azienda informatica. L’incontro con l’uomo cambia definitivamente la vita a Tania. Non porta più il velo, va dal parrucchiere, veste alla moda e comincia addirittura a bazzicare birrerie e bistrot.

Ma la sua trasformazione non finisce qui. Dopo aver abbandonato definitivamente la jihad, si converte al cristianesimo e inizia a frequentare una chiesa unitariana a Dallas. “Quando ho abbandonato l’Islam sentivo la mancanza di una comunità religiosa e in questa chiesa mi sento come a casa”, riconosce. Tania vorrebbe aiutare altri che, come lei, vogliono abbandonare l'ideologia dell’Isis. “Molti mi vedono come una persona molta sfortunata, ma io vedo il bicchiere mezzo pieno. Sono viva, sono uscita dalla Siria e i miei bambini sono felici, sani e intelligenti. Sono contenta”. Ai figli Tania racconta che il padre è “caduto nel lato oscuro della forza”. E John? Non si conosce la sorte dell’ex marito; alcune fonti lo danno per morto, ucciso in raid aereo. Anche se il processo di de-radicalizzazione dell’ex First Lady dell’Isis appare sincero, a proposito del marito, Tania conclude: “Lo amo ancora, non riesco a smettere di amarlo”.

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