D’Alema: “Non sono un cane morto, ve ne accorgerete”

Nessuna polemica con Bersani, l'orgogliosa rivendicazione del proprio peso all'interno del partito e una riflessione ancora in corso sull'eventualità di candidarsi alle prossime elezioni politiche. E' questo in estrema sintesi il D'Alema – pensiero, affidato ad una breve intervista su La Repubblica a firma del vice – direttore Massimo Giannini. Una intervista rilasciata all'indomani della dichiarazione di Bersani ("Non chiedo a nessuno di candidarsi, nemmeno a D'Alema"), con la quale l'ex Presidente del Consiglio dimostra di trovarsi in sintonia:

Se legge bene quella di Bersani che dice "non sono io a decidere" non è una risposta a me, ma semmai a chi crede e pretende che a decidere non sia un organo collegiale del partito ma un capo solo al comando, che magari ha vinto le primarie. Vorrei far notare che le cose non funzionano così. […] (La candidatura ndr.) non è un tema all'ordine del giorno. Valuterò quando sarà il momento, il che significa tra alcuni mesi.

Del resto, D'Alema continua a considerare la rottamazione come "un'operazione politica ingiusta e dannosa", mentre le primarie dovrebbero "avvenire in un clima di coesione e consenso, non di rissa personale sistemica e quotidiana". E infine la chiosa, polemica e sibillina al tempo stesso:

Quello che mi sta a cuore, adesso, è difendere la mia, la nostra storia. Noi abbiamo governato questo Paese, noi l'abbiamo portato in Europa. Questo è un fatto e non un'opinione. Se c'è qualcuno che pensa che io sia ormai un cane morto, beh, credo proprio che in termini di consensi reali, nel partito e nel Paese, si stia sbagliando. E se ne accorgerà.