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Come sarà il sesso che verrà? Dipende da quanto libereremo le donne dai dogmi sociali

In un saggio attento e documentato Katherine Angel parla di come la società abbia influito da sempre sulle dinamiche di repressione e di potere che rendono il sesso insoddisfacente.
A cura di Francesco Raiola
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Nei giorni scorsi in una piccola bolla su Twitter si è discusso di un thread (una discussione fatta di più tweet) di 76 tweet in cui un ragazzo spiegava le sue difficoltà con le donne, con una violenza e dei modi attribuibili ai cosiddetti incel (abbreviazione di "celibe involontario"), un gruppo di maschi prevalentemente bianchi ed etero che attribuiscono la loro incapacità di avere una relazione alle donne, cattive, che scelgono solo uomini con determinate caratteristiche costringendo loro alla castità subìta. Questo thread mi è apparso pochi giorni dopo che per l'ennesima volta veniva presa in giro una fantomatica accademia dell'amore che insegnerebbe tecniche di seduzione grazie a presunti esperti che, basta guardare un solo video, non hanno alcuna idea né di seduzione, né di sesso, almeno non ne hanno se si dovesse considerare non solo il lato "malato" della questione.

In gergo si chiamano Pick up artist e si ritagliano anche un breve ruolo all'interno delle pagine di un libro che avevo tra le mani da qualche giorno, ovvero "Il sesso che verrà. Donne e desiderio nell'era del consenso" di Katherine Angel (il titolo originale cita Foucault ed è "Tomorrow Sex Will Be Good Again"), autrice anche del saggio "Bella di papà" (entrambi i libri pubblicati da Blackie Edizioni). La casualità – se veramente è tutto così casuale – di trovarsi tra le mani il libro di Angel mi ha fatto riflettere ancora una volta su quanto la mancanza di un'educazione sessuale e sentimentale (a scuola, ma anche in famiglia) sia tremendamente dannosa per i ragazzi e per le ragazze, costretti tendenzialmente in ruoli predefiniti da una società prevalentemente patriarcale che cerca di definire precisamene i doveri e gli oneri di maschi e femmine in ogni ambito, anche quello sessuale.

Perché il problema di chi si considera incel o chi si sente così pur non sapendo di poter rientrare in una categorizzazione più ampia, probabilmente è educativo. Non è una novità, basta leggere qualcuno dei tantissimi libri dedicati proprio alla questione di genere usciti in questi anni (da Giulia Blasi a Helen Lewis, passando per Daniela Brogi, Virginie Despentes o Jennifer Guerra per citarne solo alcuni), per capire che la formazione di una sessualità – ma anche di un'educazione sentimentale – sana sia uno dei problemi che spinge alla rabbia e all'insoddisfazione di tanti e tante: queste ultime perché ingabbiate in schemi da cui è difficile sottrarsi senza dover fare i conti con il biasimo della società, dall'altro lato perché si vive lo stress di dover rispettare un modello che non prevede fallimento: "L'umiliazione connessa al fallimento è un peso – scrive Angel -. Un uomo che non è all'altezza delle aspettative è esposto alla violenza e alla vergogna (…). Il mancato raggiungimento di questo orizzonte impossibile genera quegli stessi sentimenti di insicurezza e di vergogna da cui deriva la violenza maschile verso le donne".

Angel fa un lavoro di ricerca importante, analizza gli studi e le ricerche che nel tempo hanno caratterizzato alcuni ambiti della vita sessuale e sentimentale per cercare di trovare un percorso all'interno di conquiste e storture da parte della società riguardo alle donne, praticando un esercizio di comparazione e anche analizzando alcune contraddizioni che hanno attraversato il percorso femminista (di cui, comunque, si sottolinea sempre la capacità di permettere un'emancipazione delle donne). Il tema di fondo è che il sesso non è facile e non è sempre bello, a causa soprattutto dei regole sociali sbagliate, ma soprattutto che il sesso è un percorso da fare insieme: "Il sesso è decisamente un'interazione, sociale e interpersonale (…). Il sesso come ogni cosa è un processo, qualcosa che ha uno sviluppo, che si dispiega" e quindi "è fondamentale creare un mondo in cui nessuno di noi sia scioccato dal desiderio di una donna o dal fatto che venga esplicitato".

Angel individua quattro categorie principali da analizzare e divide il libro in altrettanti capitoli che da subito fanno capire quale sarà il senso del libro: Sul consenso, Sul desiderio, Sull'eccitazione e Sulla vulnerabilità. Angel attraversa la confidence culture, ovvero la cultura della fiducia in se stessa, il post femminismo, le contraddizioni della rivendicazione della libertà sessuale, parla di cosa si è inteso nel tempo con "consenso", quello che deve essere esplicito prima di un rapporto sessuale, delle difficoltà di comprendere che il consenso, per esempio, può essere tolto in ogni momento (e l'idea di un uomo che dovrebbe accogliere questa cosa senza sentirsi violato).

Ma nel libro si analizzano anche le differenze tra cosa voglia dire desiderio per un uomo e per una donna, di come per anni si sia cercato di ingabbiare e schematizzare qualcosa che è impossibile ridurre a una formula certa, cosa significhi veramente l'eccitazione per una donna, sulle differenze con l'idea che si ha di quella maschile, analizzando anche a livello anatomico quello che avviene nei corpi. C'è un lavoro importante anche sui casi di studio presi in considerazione e si arriva alla fine del libro all'idea di vulnerabilità e a come, per esempio, questo concetto sia completamente differente per maschi e femmine, con la paura usata troppo spesso per soggiogare le donne e del problema di un uomo che, privato del diritto alla vulnerabilità, reagisce con la violenza.

Vale assolutamente la pena leggere il libro di Angel perché è un percorso importante per comprendere alcuni dei meccanismi che negli anni hanno portato all'incapacità di poter godere della sessualità come si dovrebbe, per capire che i limiti sociali creano sempre un sistema di potere che deve avere un anello debole (e fino a ora era la donna). Ma sopratutto perché è uno di quei libri che alla fine ti dà uno strumento in più di comprensione, e non è poco.

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