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Adesso esiste una mappa per trovare tutti monumenti fascisti in Italia

Sono stati mappati i 1400 monumenti, edifici, vie che ricordano il fascismo e sono presenti in Italia. Un progetto per mantenere viva la memoria.
A cura di Redazione Cultura
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Palazzo della Civiltà Italiana, all'Eur (LaPresse)
Palazzo della Civiltà Italiana, all'Eur (LaPresse)

L'Italia è piena, nelle sue città, nei Paesi, da Nord a Sud di edifici e monumenti che ricordano il Ventennio fascista e adesso l’Istituto nazionale Ferruccio Parri ha creato un sito ad hoc, I luoghi del fascismo, e una mappa che li registra tutti. Sono 1400 sul territorio nazionale e quest'iniziativa nasce per riflettere su quel periodo "e ricostruire progressivamente la storia dei ‘luoghi della memoria’ locale e nazionale del fascismo storico (…) così da individuare e analizzare i monumenti e le intitolazioni di strade e edifici pubblici che sono stati costruiti come luoghi della memoria del fascismo durante il regime o negli anni successivi alla Liberazione del paese".

Fare i conti col fascismo nel nostro Paese non è sempre stato qualcosa di pacifico, anzi. Lo vediamo ogni volta che celebriamo una data che ha a che fare con quel periodo, conviviamo quotidianamente con simboli del ventennio, alcuni sono tutt'ora utilizzati come spazio comune. La CNN, riportando il progetto dell'Istituto, ha paragonato il fascismo per gli italiani con il nazismo per i tedeschi scrivendo: "Mentre la Germania ha sistematicamente ripulito ogni segno del regime nazista di Adolf Hitler dopo la seconda guerra mondiale, gli italiani hanno adottato un approccio molto meno rigoroso per rimuovere le tracce della dittatura di Mussolini durata 21 anni".

L'Istituto ricorda come la maggior parte di questi simboli sono silenti ma anche esposti a diversi tipi di riattivazione: "In altri casi questi luoghi sono invece oggetto di commemorazioni e cerimonie, per lo più presidi di una memoria minoritaria, ma che riappare carsicamente nella storia d’Italia, coltivate da minoranze neofasciste o della nuova destra, che cercano di costruire un ponte che legittimi il presente attraverso la storia del passato fascista, ma anche che permetta di coltivare costruzioni identitarie antidemocratiche". "Questa ricerca dovrebbe così permettere di leggere e analizzare i diversi modi in cui nelle composite comunità locali e territoriali la memoria del fascismo è stata preservata e/o ricostruita, come questa costruzione si collochi in relazione con altre memorie politiche e come, nel corso di questi anni, in concomitanza con la rilegittimazione in corso dell’esperienza fascista, queste memorie si siano ridefinite e rialimentate" si legge ancora nelle motivazioni dell'Istituto.

Il progetto ha preso spunto dal libro "I luoghi del fascismo. Memoria, politica e rimozione" (Viella, 2022) curato da Lucia Ceci e Giulia Albanese che oltre a essere una storica del fascismo è anche coordinatrice di questo progetto che vede nel Comitato scientifico del Parri oltre alla stessa Ceci, anche Filippo Focardi (Direttore scientifico, Presidente), Laura Bordoni, Annalisa Cegna, Chiara Colombini, Andrea Di Michele, Nicola Labanca, Matteo Mazzoni, Santo Peli, Antonella Salomoni e Giovanni Scirocco. L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri ETS (ex INSMLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), ente fondato per l’appunto da Ferruccio Parri nel 1949 con lo scopo di raccogliere, conservare e studiare il patrimonio documentario del Corpo Volontari della Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.

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