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Cucire, disegnare e suonare senza vista: parlano i non vedenti del Colosimo di Napoli (REPORTAGE)

Anche se privati del bene prezioso della vista, i ragazzi dell’istituto napoletano vivono una vita ricca di impegni e passioni. Ecco le storie di tre giovani non vedenti dell’Istituto Paolo Colosimo di Napoli.
A cura di Daniela Caruso
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Tanti sono i pregiudizi che circondano la figura del non vedente, inteso spesso come una "povera persona" che vive una vita disagiata. Si è venuto a creare, nel sentire comune, uno stereotipo del "cieco triste", che nelle immagini presenti nel video allegato all'articolo e nelle interviste che ho prodotto ho voluto sfatare. Essere "non vedente" non significa necessariamente rintanarsi in casa, non avere rapporti con l'esterno e vivere la vita come se fosse un peso. A smentire tutti questi cliché sono proprio i ragazzi non vedenti dell'Istituto Paolo Colosimo di Napoli, un centro socio educativo per non vedenti e ipovedenti, ancora poco conosciuto, che rappresenta un realtà di riferimento per l'integrazione e la riabilitazione dei non vedenti dell'Italia Centro-Merdionale e non solo.

Lucia

Lucia, una giovane non vedente con una grande passione per il cucito: la sua passione per la macchina da cucire nasce due anni fa, proprio nel laboratorio ora adibito a varie attività creative che, anni prima, era utilizzato come legatoria. Una volta scoperta la macchina, Lucia ha deciso di imparare ad utilizzarla, per poter creare prodotti fatti con le sue mani. La mancanza di vista non è stato una lacuna insormontabile: "La macchina – ha rivelato la giovane – mi ha incuriosita e mi è piaciuta, quindi ho scelto di voler usarla: infatti, subito ho imparato e mi sono appassionata". Lucia, inoltre, ha conseguito una qualifica di centralista, presso l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "Paolo Colosimo".

Costantino ha scoperto la sua passione per il disegno dopo aver perso la vista:

Costantino

Ha perso la vista solo qualche anno fa, a causa di una patologia che l'ha privato di un bene prezioso. Ciononostante, il ragazzo non si è perso d'animo e ha portato avanti la sua vita con allegria e voglia di fare. Dopo essere diventato un non vedente, Costantino ha scoperto di avere un amore innato per il disegno, tanto da creare un cuore dotato di ali, braccia e piedi che ha ben pensato di stampare sulla maglietta che aveva indosso il giorno in cui l'abbiamo intervistato. Costantino è un ragazzo quasi del tutto autonomo, sorridente, rappresentando una voce e una personalità importante per l'Istituto Colosimo.

Danilo

Danilo canta e suona il piano con gli occhi del cuore: Danilo è un ragazzo silenzioso, timido, riservato il quale, però, esprime tutto se stesso attraverso la musica e il canto. Il giovane, infatti, suona magistralmente il piano, toccando energicamente i tasti del pianoforte, con il quale ha deliziato i presenti in sala con diversi pezzi musicali, accompagnati dalla sua voce, dalla quale emerge una forte passione che nemmeno il buio può mettere a tacere.

La storia dell'Istituto Paolo Colosimo: l'istituto nasce come ricovero per non vedenti con il nome di "Società Nazionale Regina Margherita pro ciechi", nel 1892. La struttura nacque per accogliere e rieducare i ciechi, soprattutto i reduci della Prima Guerra Mondiale. Donna Tommasina Grandinetti, moglie di Gaspare Colosimo, senatore del Regno d'Italia, fu una forte sostenitrice della struttura. La donna si dedico anima e corpo allo sviluppo dell'opera in memoria del figlio Paolo Colosimo, giovane e talentuoso avvocato, morto di tifo a soli 24 anni. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'istituto iniziò ad ospitare i soldati che avevano perso la vista a causa dei bombardamenti. Durante il conflitto, furono studiate varie applicazioni lavorative nelle quali il cieco potesse lavorare: tra queste, i telai semimeccanici, usati per le operazioni di tessitura, montaggio e smontaggio del telaio e dei suoi elementi. Durante il secondo conflitto mondiale, gli ospiti aumentarono e furono diversificate anche le attività, con corsi professionali: lavorazione dei vimini, la legatoria, la tessitura e la piccola meccanica. Nel 1941 la scuola annessa al patronato pro ciechi Paolo Colosimo, già Regia Scuola Industriale fin dal 1924, fu riordinata in Regio Istituto di Istruzione Professionale pro ciechi.

Attualmente il Colosimo è gestito dal gruppo di imprese sociali Gesco vincitore di un bando di gara regionale voluto dall'assessorato alle Politiche Sociali per la stabilizzazione delle attività dell'Istituto. L'equipe operativa è composta da educatori, operatori socio assistenziali, infermieri. Le attività socio-formative svolte dall'Istituto sono le seguenti:

  • tiflo-didattica;
  • scrittura braille;
  • tecniche di orientamento;
  • mobilità e autonomia;
  • artigianato (falegnameria, tessitura);
  • cucina;
  • musica;
  • attività sportive e agonistiche;
  • teatro;
  • ortottica;
  • giardinaggio;
  • soggiorni estivi.

Torball e goalball, lo sport per l'integrazione e la socializzazione dei soggetti non vedenti: l'associazione "Gruppo Sportivo Colosimo" organizza attività ginniche, sportive e di preparazione atletica per la partecipazione ai campionati locali, nazionali e internazionali indetti dal Comitato italiano Paralimpico per le discipline sportive relative ai videolesi. Annesso al Convitto della Regione Campania, c'è l'IPIA Paolo Colosimo, che accoglie giovani non vedenti, provenienti da tutto il Mezzogiorno italiano, i quali possono inserirsi nel mondo del lavoro, dopo un periodo di formazione che comprende corsi di qualifica triennale di centralinisti telefonici, diploma di maturità di tecnico della gestione aziendale e corso di qualifica triennale di masso fisioterapista.

UBICAZIONE E CONTATTI

L'Istituto Paolo Colosimo è situato in Via Santa Teresa degli Scalzi, 36, 80135 Napoli.

Tel/fax 081-54-99-026

Email: colosimo@gescosociale.it

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