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Crotone, funzionaria Inps ammette in tribunale: “Io pagata da 5 anni per non fare nulla”

La funzionaria si è autodenunciata dopo anni di guerra legale: aveva chiesto di sapere se il superiore aveva fatto il concorso per essere assunto nei ruoli della Pa come richiede la legge.
A cura di Susanna Picone
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Maria Teresa Arcuri, funzionario direttivo presso la sede provinciale Inps di Crotone, si è autodenunciata in un’aula di tribunale dicendo che da cinque anni viene pagata per non fare nulla. A raccontare la sua storia è ilfattoquotidiano.it, che spiega che la funzionaria Inps è intervenuta nel corso di un processo contro ignoti che hanno violato il suo ufficio prelevando documenti di servizio. Il momento più significativo dell’udienza è stato quando il giudice ha chiesto del suo impiego presso l’ente ed è lì che la funzionaria si è autodenunciata raccontando la sua storia. Tutto sarebbe iniziato quando la funzionaria ha deciso di vederci chiaro sul contratto del suo superiore, dubitando che avesse i titoli per l’assunzione nei ruoli della pubblica amministrazione, non avendo svolto alcun concorso. Nel maggio del 2011 Arcuri avrebbe scritto alla direzione delle risorse umane presso la sede centrale di Roma allegando una richiesta di accesso ai dati concorsuali del superiore ma la richiesta sarebbe stata rigettata adducendo la “mancanza di interesse diretto, concreto e attuale”. La sua battaglia è andata avanti e come conseguenza la funzionaria sarebbe stata rimossa da direttore dell’agenzia di Cirò Marina. “Per sanzioni prive di fondamento e mirate ad ottenere la mancata reiterazione di richieste scomode alle quali l’INPS non ha voluto rispondere”, ha spiegato il suo avvocato Gian Paolo Stanizzi.

“A questo punto ritengo che non possa esserci più dubbio alcuno sulla veridicità di quanto sostiene la signora Arcuri. Come risulta chiaramente dal curriculum la stessa dirigente non ha dichiarato di aver superato alcun concorso per diventare tale. E allora, da sempre, ci chiediamo come abbia mai fatto l’Inps a nominarla”, ha aggiunto l’avvocato spiegando che dopo le sue richieste Arcuri sarebbe stata “isolata, sottoposta ad inferiori, costretta all’inattività, privata della stanza direzionale e delle procedure, anche quelle basilari”. Tutto quindi per aver chiesto di sapere se il superiore aveva i titoli necessari per fare ciò che faceva. Dubbio – precisa il Fatto Quotidiano – confermato da una relazione dalla Guardia di Finanza con annotazione trasmessa alla Procura di Crotone che “ipotizza la truffa perpetuata in danno dello Stato, nonché statuito dalla Sentenza della Corte d’appello di Catanzaro, Sezione lavoro”. “Questo rischia chi pretende trasparenza e rispetto delle leggi: hanno preso 10 anni della mia vita, non deve accadere ad altri”, il commento della funzionaria dopo anni di guerra legale.

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