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“Crocefisso in ogni stanza dell’ospedale di Chivasso”, l’ordine dell’Asl scatena la polemica

A denunciare l’accaduto e a pubblicare online sui social la circolare sono stati alcuni dipendenti scatenando così subito un acceso dibattito. Il direttore dell’Asl To4 però si difende: “Già c’erano prima ma facendo i lavori alcuni crocefissi si erano rotti e mi pareva che fosse disordinato che in alcune stanze ci fossero e in altre no. Io personalmente i crocefissi non li tolgo”.
A cura di Antonio Palma
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È polemica a Chivasso, nel Torinese, dopo che l'Asl locale ha inviato una comunicazione formale per comunicare che da lunedì in ogni stanza di degenza dell'ospedale sarà appeso un Crocifisso. "Si comunica che a partire dal 10 giugno e a seguire verranno posizionati presso tutte le stanze di degenza del presidio i Crocefissi. Si raccomanda la massima disponibilità di accesso affinché la Manutenzione possa svolgere in tempi brevi il compito del posizionamento. Si ringrazia per la collaborazione" si legge nel documento a firma del direttore del presidio ospedaliero di Chivasso e datato 31 maggio. A denunciare l'accaduto e a pubblicare online sui social la circolare incriminata sono stati alcuni dipendenti della scritture scatenando così subito un acceso dibattito sull'opportunità di una simile scelta.

"C’è sempre qualcuno più salviniano di Salvini. Chissà se farà mettere anche un rosario appeso ai letti. Al Sant'Anna su 87 stanze, ci sono 21 crocifissi: 14 sono in Oncologia, 7 alla Brest Unit, nessuno in Ostetricia. Nessuno è mai intervenuto a togliere questo simbolo religioso, né ad imporne la collocazione. C'è la massima libertà di espressione, ma è doveroso difendere la laicità degli ospedali", ha dichiarato ad esempio il ginecologo ed esponente dei Radicali Silvio Viale. "Più della laicità, dei decreti regi, delle tante sentenze mai definitive su questa vicenda, ciò che è penoso è questo meccanismo. Bacia il rosario, appendi il crocifisso e, il giorno stesso, magari spiegaci anche che la colpa di questa crisi è di chi scappa dalla guerra e dalla miseria. Non ci rassegneremo a sto schifo, e tanti credenti e non credenti su questo la pensavo allo stesso modo” ha scritto invece Marco Grimaldi, consigliere regionale di Leu.

Dopo le polemiche però l'Asl però dal suo canto si difende sostenendo che i crocifissi c'erano anche prima, ma che ma dopo i lavori di manutenzione alcuni si sono rotti e si è deciso di sostituirli. In particolare a spiegare l'accaduto è stato il direttore dell'Asl To4 Lorenzo Ardissone. “La colpa è tutta mia, non è una scelta del direttore dell’ospedale di Chivasso. Facendo i lavori alcuni crocefissi si erano rotti e mi pareva che fosse disordinato che in alcune stanze ci fossero e in altre no. Quindi ho chiesto a tutti gli ospedali dell’azienda di fare una verifica" ha spiegato il dirigente, assicurando: "A tutti ho detto che se ci fosse un paziente che non vuole il crocefisso si toglie e si mette via fino a che è nella stanza. Io personalmente i crocefissi non li tolgo, anche se so che altri ospedali li hanno tolti. Ci sono sempre stati, da me ci sono tanti anziani e ci tengono. Quindi non credo che togliere i crocefissi sia una dimostrazione di libertà".

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