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Crediti Iva falsi per 14 milioni. 59 denunce, ma i responsabili della frode fuggono all’estero

Cinquantanove persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Parma: due di loro, responsabili della maxi frode, sono fuggiti all’estero.
A cura di Davide Falcioni
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La Guardia di Finanza di Parma, coordinata dalla procura, ha denunciato 59 persone e sequestrato beni mobili e immobili per 4 milioni di euro. L'operazione è stata condotta con lo scopo di scardinare un'organizzazione criminale dedita alla frode fiscale alla luce della scoperta di falsi crediti Iva per 14 milioni di euro. Due imprenditori, ritenuti gli organizzatori della frode, di origine campana ma residenti all'estero, sono anche destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere: ora sono irreperibili e per questo sono in corso le loro ricerche. Il meccanismo escogitato, rivelano gli inquirenti, prevedeva la creazione o l'acquisizione di società poi affidate a rappresentanti legali, quasi sempre extracomunitari, risultati dei prestanome.

Nelle prime dichiarazioni fiscali presentate venivano esposti falsi crediti Iva generati da costi mai sostenuti, non documentati o supportati da fatture false. Successivamente i crediti fittizi venivano ceduti ad altre aziende o cooperative effettivamente operanti, gestite di fatto dai due imprenditori ed operative in diverse province del Nord Italia nel fornire personale per i settori della meccanica e dell'edilizia. Le società attive utilizzavano i crediti fasulli acquisiti per compensare reali debiti tributari e previdenziali maturati negli anni. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno ricostruito crediti fittizi per un importo complessivo di circa 14 milioni, di cui 4 già indebitamente utilizzati in compensazione.

Sulla base dell'attività svolta, il giudice per le indagini preliminari di Parma, su richiesta della Procura, ha emesso ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due imprenditori mentre altre 57 persone riconducibili a 92 società sono state denunciate a piede libero. La Procura ha anche ottenuto il sequestro di beni per 4 milioni di euro: le quote di 5 aziende, le auto di lusso intestate ai soggetti coinvolti, due terreni ed un immobile in provincia di Napoli, quattro fabbricati in provincia di Parma oltre a 1,5 milioni in contanti.

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