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Le consultazioni per il nuovo governo

Così Di Maio e il M5s sono riusciti a far diventare Berlusconi uno statista responsabile

Prima la posizione di Di Maio più morbida nei suoi confronti, poi la decisione di un passo di lato per far nascere un governo tra M5s e Lega: Silvio Berlusconi, seppur sconfitto e fuori dal governo, ora rivendica il suo ruolo di “responsabile” e “statista”, grazie anche alla legittimazione che, indirettamente, ha finalmente ricevuto dal MoVimento 5 Stelle.
A cura di Stefano Rizzuti
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Da anni torna, ciclicamente, la storiella di un Silvio Berlusconi politicamente morto. E da anni torna, ciclicamente, qualcuno – di solito colui da cui meno te lo aspetti – che conferisce nuovamente piena agibilità e credibilità politica al presidente di Forza Italia. Fu il Pd di Matteo Renzi con il patto del Nazareno pochi anni fa, è stato Matteo Salvini come suo alleato in campagna elettorale fino al 4 marzo, ed è oggi Luigi Di Maio con il MoVimento 5 Stelle riconoscendo che la colpa dello stallo post-elettorale non è stata di Fi ma della Lega. Ma, soprattutto, il cambio di posizione di Di Maio dopo i duri attacchi a Berlusconi, ha permesso allo stesso ex Cavaliere di smussare la sua posizione e alla fine ‘concedere’ al suo alleato Salvini di cercare un accordo con il M5s per il nuovo governo.

Atto di responsabilità”, “ha anteposto gli interessi del Paese a quelli del suo partito”, “è stato un gesto da statista per tentare di salvare l’Italia”, “ennesimo atto da vero statista”, “un grande leader politico”. Sono solo una parte delle espressioni utilizzate da personaggi di spicco di Forza Italia come Mariastella Gelmini, Giorgio Mulè e Anna Maria Bernini, per definire Berlusconi dopo la sua decisione di ieri sera. Chiaramente si tratta di complimenti di poca rilevanza assoluta, arrivando tutti dagli organi interni al partito. Però dimostrano come, ancora una volta, Berlusconi sia tornato centrale (pur nella sconfitta chiarissima di un governo senza di lui) e possa definirsi responsabile da qui alle prossime elezioni in quanto unico ad aver davvero fatto un passo indietro “per il bene del Paese”, come sostengono in tanti dentro Forza Italia.

Non ci dimentichiamo che in realtà quella di Berlusconi è principalmente una mossa per non scomparire e per non tornare al voto subito (un voto che potrebbe segnare il tracollo di Fi e la definitiva ascesa della Lega di Salvini), ma la decisione di fare un passo di lato è strategica anche da un punto di vista dell’immagine. Quella nuova che Berlusconi si darà, da ‘responsabile’ e ‘salvatore della patria’. In più il leader azzurro si smarca da ogni possibile fallimento delle trattative e, dopo, del governo: non ci saranno alibi ora per M5s e Lega, come ha spiegato lui stesso in una nota.

Forza Italia ci bombarderà (giustamente) per giorni con la storia di un Berlusconi statista e responsabile, così altruista da far partire un governo senza di lui. Ma sappiamo bene che dietro la scelta di Berlusconi c’è soprattutto un calcolo politico ed elettorale, una soluzione in parte ovvia e scontata ma che gli permette ancora una volta di rimanere in vita, in attesa magari di essere anche riabilitato dalla Corte di Strasburgo per poter tornare – ancora una volta – nella sfida politica italiana. Se con o senza successo, lo vedremo solo nei prossimi mesi e anni.

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