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Corteo ambientalista Taranto, disordini davanti all’ex Ilva: sassi e bottiglie contro la polizia

Ci sono stati momenti di tensione al corteo dei movimenti che chiedono la chiusura dell’ex Ilva a Taranto. In prossimità dell’impianto alcuni hanno lanciato sassi e bottiglie di vetro vuote contro i poliziotti ma senza colpirli. Altri partecipanti alla marcia hanno preso le distanze dai violenti.
A cura di Susanna Picone
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A Taranto, al passaggio del corteo ambientalista davanti all'ex Ilva, alcune persone tra i circa mille manifestanti hanno lanciato sassi e bottiglie di vetro vuote contro i poliziotti che presidiano la zona, senza colpirli. Nessuno è rimasto ferito e gli altri partecipanti alla marcia organizzata da cittadini e movimenti hanno subito preso le distanze dai violenti. Sono stati accesi anche fumogeni e lanciati petardi contro i cancelli del Siderurgico, mentre la zona era sorvolata da elicotteri delle forze dell'ordine. “Facciamo queste manifestazioni per difendere la nostra salute. Ho visto una bottiglia di vetro schiantarsi a due passi da me, lanciata da chissà quale imbecille. Sassi, fumogeni e bottiglie contro i cancelli dell'Ilva e qualcosa pure contro i manifestanti. Oggi c'erano i bambini. Scene così fanno davvero male. Alla causa, a tutti. Non è giusto che adesso si parli di questi deficienti e non di chi ci ammazza ogni giorno”, ha detto una manifestante. Al corteo hanno partecipato molti dei genitori dei bambini e ragazzi uccisi da tumori .

Il corteo è stato organizzato per chiedere la chiusura dell'azienda, la bonifica del territorio con il reimpiego degli operai e la riconversione economica dell'area. Davanti allo stabilimento si sono alternati gli interventi dei portavoce delle associazioni. “La provocazione è quella del governo che viene a Taranto con 5 ministri e pensa di prenderci in giro. Basta, si raccontano bugie. Non ci fidiamo dei ministri”, rivendicano alcuni manifestanti.  “Questa – ha detto uno dei promotori – è una città che risponde, che non molla di fronte a tutto e a tutti. Devono capire che l'impianto va chiuso”. "Con l'iniziativa di oggi richiamiamo l'attenzione. Dobbiamo essere in tanti. È ora che si programmi anche una settimana di manifestazioni come abbiamo fatto agli inizi degli anni Ottanta contro le centrali nucleari”, ha detto una attivista.

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