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Corte Suprema Usa: “Gli studenti transgender hanno il diritto di scegliere quale bagno usare”

Con una sentenza storica, la Corte suprema degli Stati Uniti ha deciso che gli studenti transgender potranno decidere di utilizzare i bagni che preferiscono in base alla propria identità di genere. Sorprende una sentenza simile con una Corte suprema a maggioranza conservatrice e in un’America in cui riemerge il tradizionalismo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Negli Stati Uniti è arrivata una sentenza storica della Corte Suprema: gli studenti transgender hanno il diritto di usare il bagno che preferiscono in base alla propria identità di genere. La decisione ha confermato quella già presa da una Corte locale, che aveva a sua volta confermato la scelta fatta dal distretto scolastico, il Boyertown Area School District. Sorprende la decisione della Corte Suprema, soprattutto in un periodo storico in cui, dall'elezione di Donald Trump in poi, negli Stati Uniti sta riemergendo il tradizionalismo. In più c'è da considerare che la più alta Corte federale degli Usa è composta da nove giudici che sono dichiaratamente di maggioranza conservatrice. Il ricorso era stato presentato da un gruppo cristiano conservatore, che non aveva accettato la decisione presa dal distretto scolastico. Il mondo LGBTQ può esultare per la piccola battaglia vinta nell'affermazione dei loro diritti.

L'ACLU, American Civil Liberties Union, organizzazione no profit che difende i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti, ha difeso Aidan DeStefano, uno studente transgender di Boyertown che "è stato accettato per il ragazzo che è, come dovrebbe essere per tutti gli studenti". L'organizzazione poi ha twittato: "Gli studenti trans non sono una minaccia. Con questa decisione i distretti scolastici hanno stabilito che gli studenti trans possono continuare a partecipare alle attività scolastiche e utilizzare i bagni e gli spogliatoi che corrispondono al loro genere".

Di tutt'altra opinione è l'Alliance Defending Freedom, associazione cristiana e conservatrice che ha duramente criticato la scelta della Corte suprema, auspicando una revisione del caso. "Per la Corte non è una violazione della privacy se uno studente apre uno spogliatoio – continua l'ADF su Facebook – entra in un'area doccia o utilizza i bagni del sesso opposto".

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