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Correa rieletto presidente dell’Ecuador. Continua la rivoluzione bolivariana in America Latina

L’uomo punta sulla creazione di posti di lavoro pubblici, la redistribuzione delle terre e la gestione statale delle risorse minerarie. Dopo Chavez in Venezuela, l’America Latina continua con la sua “rivoluzione civica”.
A cura di Davide Falcioni
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Rafael Correa vince alle presidenziali in Ecuador

Rafael Correa è stato confermato per il secondo mandato consecutivo presidente dell'Ecuador: dopo Chavez in Venezuela, dunque, l'America Latina prosegue con la sua Rivoluzione Bolivariana all'insegna dei diritti sociali. Correa è stato eletto con il 55,34% dei consensi. Il migliore dei sette sfidanti è stato il banchiere Guillermo Lasso, con il 25,8%. Molto staccati tutti gli altri contendenti.

Ma chi è Correa? Economista con studi negli Stati Uniti e in Belgio, è il leader del partito "Alianza Pais" e intende guidare la "rivoluzione civica" – come lui stesso ha definito anni fa il suo programma socialista. E' al potere dal 2007 ed era stato già rieletto nel 2009: rimarrà al vertice dello Stato per altri quattro anni, per un totale di dieci, in un Paese che ha conosciuto anni di grande instabilità politica, visto per esempio che tra il 1997 e il 2007 i presidenti sono stati ben sette. Sei anni fa Correa si è impegnato per un deciso rinnovamento della Costituzione e per una spinta nelle relazioni con Cina e Iran, incrementando la sicurezza in paese prima governato da bande criminali e migliorando il livello di assistenza sanitaria. Fono al 2017 il presidente ha affermato di volersi concentrare sul ruolo dell'istruzione pubblica e su un piano di esportazione non solo dei beni primari, ma anche di trasformati industriali. Importanti promesse anche riguardo la redistribuzione delle terre agli agricoltori e il miglioramento della rete idrica. In sostanza il programma di Correa è incentrato sul ruolo pubblico dell'economia.

A tal proposito colpiscono, per noi cittadini europei abituati alle politiche di rigore, le frasi pronunciate nella prima conferenza stampa dopo la sua rielezione: "Non daremo la priorità al risanamento del debito pubblico, bensì alla creazione di posti di lavoro e alla gestione pubblica delle nostre risorse naturali. Questa è una rivoluzione irreversibile, il nostro obiettivo è abbattere la povertà e garantire un lavoro a tutti". Sarà felice della rielezione di Correa anche Assange: l'"eroe" di Wikileaks, infatti, dal 19 giugno scorso vive protetto nell'Ambasciata dell'Ecuador di Londra: si tratta dell'unica protezione contro l'altrimenti sicura estradizione e processo negli Stati Uniti.

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