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Consip, perquisizioni negli uffici di Roma. M5s: “Tiziano Renzi resta indagato, prove solide”

Nuove perquisizioni disposte dalla procura di Roma nella sede della CONSIP. E il Movimento 5 Stelle attacca: “Ricordiamo a tutto il PD ed in particolare a Matteo Renzi, che babbo Tiziano, resta saldamente indagato nell’inchiesta per corruzione negli appalti miliardari in Consip per il grave reato di traffico di influenze”.
A cura di Redazione
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I carabinieri del nucleo investigativo di Roma, coadiuvati dalla Guardia di Finanza di Napoli, hanno effettuato questa mattina una nuova operazione negli uffici della CONSIP, la centrale acquisti della pubblica amministrazioni. L’atto istruttorio, volto all’acquisizione di documenti, è stato disposto dalla Procura di Roma, che sta indagando sul presunto sistema corruttivo legato a una serie di appalti, in particolare al Facility Management 4. Una gara, del valore complessivo di 2,7 miliardi (suddivisa in 18 lotti), su cui si era concentrato anche l’interesse di Romeo, che avrebbe provato ad aggiudicarsi alcuni lotti anche grazie all’aiuto di alcuni “facilitatori” e “prototipatori” in CONSIP. Sempre oggi, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi, hanno chiesto l’incidente probatorio per Marco Gasparri, il dirigente della CONSIP che è sostanzialmente il grande accusatore nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’imprenditore Romeo.

Nel frattempo, non accenna a placarsi la polemica politica, ormai su livelli elevatissimi dopo la notizia dell’indagine a carico del sottufficiale NOE, accusato di aver falsificato alcune trascrizioni in modo da “coinvolgere” il padre di Matteo Renzi, Tiziano, ipotizzando un incontro fra lui e lo stesso Romeo. L’ex Presidente del Consiglio ha chiesto le scuse dei giornali e delle forze politiche che avevano calcato la mano contro suo padre, trovando la secca replica del MoVimento 5 Stelle. Che, anzi, torna all’attacco e pubblica un nuovo durissimo post sul blog di Beppe Grillo:

Ricordiamo a tutto il PD ed in particolare a Matteo Renzi, che babbo Tiziano, resta saldamente indagato nell'inchiesta per corruzione negli appalti miliardari in Consip per il grave reato di traffico di influenze.

Ciò nonostante la Procura abbia aperto una indagine sul Comandante dei carabinieri del Noe che avrebbe attribuito a Romeo, piuttosto che a Bocchino, la frase "…. Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato …".

Dunque, gli elementi probatori e gli indizi a carico di Tiziano Renzi restano sostanzialmente invariati. Anche perché per commettere il reato contestato a Tiziano Renzi non è necessario alcun incontro fisico tra le parti.

In ogni caso, ed a prescindere dall'esito della nuova indagine, a confermare l'incontro che sarebbe avvenuto tra Romeo (oggi agli arresti), Carlo Russo (amico dei Renzi e indagato) e lo stesso Tiziano Renzi, sarebbe stato anche Alfredo Mazzei, commercialista del PD. E a raccontarglielo fu proprio Romeo. Questa è una testimonianza agli atti del processo, confermata ai PM e riconfermata pubblicamente dallo stesso Mazzei e che racconta anche della "spregiudicatezza" di Russo e Tiziano Renzi.

[…] Poi c'è la rivelazione dell'indagine, andata a buon fine con il ritrovamento delle cimici ambientali. Ci sono le paure di parlare al telefono da parte di Tiziano Renzi e quelle di non incontrare più all'improvviso alcune persone che aveva frequentato fino a quel momento. Tutto invariato, dunque. L'indagine resta aperta. Le accuse a Tiziano Renzi restano le stesse. Il silenzio del PD e quello di Matteo Renzi, anche.

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