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Concordia, Schettino: “Alla fine soltanto io pagherò per il naufragio al Giglio”

L’ex comandante condannato a 16 anni spiega di volersi prendere le proprie responsabilità. Ma, dice, “c’è stato chi ha voluto proteggere interessi forti. L’Isola dei Famosi? Volevo un’offerta scritta per esibirla e stracciarla”.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo le polemiche degli ultimi giorni innescata dalla (falsa) trattativa per la partecipazione all’Isola dei Famosi e soprattutto dopo la condanna a 16 anni per il naufragio della Costa Concordia torna a parlare Francesco Schettino. "Ho incontrato i parenti di alcune delle vittime. Sarebbe stato più facile e vantaggioso dire ‘mi dispiace' davanti a un microfono ma è più serio fare le cose con discrezione". L’ex comandante della nave da crociera naufragata all’ombra del Giglio è stato intervistato dal Corriere della Sera. Schettino non si dice vittima di un complotto ma sottolinea: "Volevo fossero distribuite le quote di responsabilità su quanto accaduto ma alla fine pagherò solo io”. Schettino non voleva "usare il loro dolore per rendermi più accettabile. Avrei mancato di rispetto – dice -. Certe cose non vanno esibite. E poi, chiedere scusa o piangere i morti della Costa Concordia non mi fa tornare indietro. Purtroppo non si può". E sottolinea di volersi prendere "le mie responsabilità. Per me è un lutto indelebile. E so che non ci sarà mai perdono per me. Ma neppure lo cerco".

“L’Isola dei famosi no. Manco a parlarne. A ballare e cantare sull’Isola dei famosi no. Almeno questo non me lo merito” afferma Schettino. L’ex comandante nell’intervista sostiene che il suo avvocato gli aveva presentato la possibilità della partecipazione al reality show già ad agosto. Dopo un iniziale rifiuto il legale è tornato a proporglielo a febbraio. E quindi "volevo capire il perché di tanta insistenza". Schettino quindi racconta di essere stato chiamato dal figlio dell'avvocato, Francesco Pepe, "e mi dice che sono disposti a pagare due milioni di euro. Gli ribattei che rigettavo tutto a priori. Avevo intenzione di esibire pubblicamente il mio diniego, e quindi che si facesse fare una proposta scritta, così finalmente l'avrei esibita e stracciata”. E ancora spiega di aver detto al suo legale che la questione dell'Isola "era una cosa immorale. E che mi sembrava strano, con la sentenza alle porte, che si preoccupasse di tali faccende. Erano interessati soltanto alla parcella di quella trattativa. Rifiutai ancora una volta. Dietro a tutto questo c'era il figlio”.

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