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Concetta, uccisa e bruciata: Cassazione conferma condanna a 20 anni per il marito

Concetta Conigliaro, 27enne mamma di due bambine, sparì nel nulla nell’aprile del 2014, il marito parlò di allontanamento volontario ma poi confessò il delitto. Il cadavere venne ritrovato mesi dopo completamente carbonizzato nelle campagne del Palermitano.
A cura di Antonio Palma
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Nessuno sconto di pena, come avevano richiesto invece i legali della difesa, per l'omicidio di Concetta Conigliaro, la 27enne mamma di due bambine che fu fatta a pezzi e bruciata quattro anni fa a San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, il marito è responsabile e deve scontare 20 anni di carcere. È questa infatti la sentenza definitiva sulla atroce vicenda  di Concetta emessa nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione nei confronti di Salvatore Maniscalco, il marito della donna e padre dei suoi figli. Come riporta il Giornale di Sicilia, fino all'ultimo l'imputato ha sostenuto di essere stato vittima di stalking da parte della consorte e per questo chiedeva uno sconto di pena, ma la prima sezione della Suprema Corte ha confermato la condanna emessa dalla Corte d'Assise di Palermo per omicidio e distruzione di cadavere.

Con il marito di Concetta, condannato a 4 anni e 8 mesi anche  il cugino Antonino Caltagirone, accusato della sola distruzione del cadavere. Secondo la ricostruzione del'accusa sarebbe stato lui ad aiutare Maniscalco a disfarsi del corpo della 27enne, i cui pochi resti furono trovati, su indicazione dello stesso marito, nelle campagne di San Cipirello, sempre nel Palermitano,  completamente carbonizzati. La Corte di Cassazione ha confermato infine anche i risarcimenti dovuti ai parenti della vittima che si sono costituiti parte civile nel Processo.

Si chiude così una vicenda dolorosa e drammatica fatta di abusi e violenze continue sulla vittime e culminata poi con il brutale assassinio quando la donna decise di dire basta, denunciando il consorte e  chiedendo li divorzio.  Era il 9 aprile del 2014 quando Concetta scomparve nel nulla dopo aver incontrato l’avvocato che aveva consultato per la separazione. Il marito parlò di allontanamento volontario ma non poteva nascondere le continue violenze. Poi il macabro ritrovamento del giubbotto rosso di Concetta con avvolte delle ossa, gettato in strada davanti all'abitazione della madre.

Un tentativo di sviare le indagini così come la borsa della 27enne trovata alla stazione centrale di Palermo. Il cerchio però si strinse bene presto attorno a Maniscalco che due mesi dopo confessò e fece ritrovare il cadavere. L'uomo però non ha mai rivelato come ha ucciso la moglie, ha parlato  di morta accidentale durante una violenta lite e di essere stato provocato. I resti troppo esigui e malridotti non hanno potuto dare troppe certezze, si pensa ad un colpo con un oggetto contundente o forse uno strangolamento o un soffocamento, approfittando del fatto che la vittima soffrisse di asma.

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