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Cona, parla il Procuratore: “Né omissioni né ritardi nel soccorso, indagini su facinorosi”

Secondo il pm di Venezia che si sta occupando dell’inchiesta sulla morte della 25enne ivoriana Sandrine Bakayoko, nel centro immigrati c’erano “soggetti che già da prima dell’episodio del decesso menavano nel torbido”.
A cura di Antonio Palma
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L'indagine sulla morte di Sandrine Bakayoko, la ragazza ivoriana morta al centro immigrati di Cona, in provincia di Venezia, sarà presto archiviata senza nessun rinvio a giudizio. Lo fa capire il Procuratore  aggiunto della procura di Venezia Carlo Nordi che sta seguendo, insieme col pm Lucia D'Alessandro, l'inchiesta sulla morte della 25 enne e sulle relative proteste nel centro  culminati con il sequestro durato qualche ora di una trentina di operatori della coop Edeco che gestisce la struttura. "Quel filone di indagine sarà chiuso presto, perché è certo che la ragazza sia morta per un evento naturale, ed è certo che non ci siche non ci siano stati né omissioni né ritardi nel soccorso" ha spiegato infatti i magistrato in un intervista a Repubblica sposando di fatto la tesi della  la direzione della società che gestisce il campo

Al contrario gli accertamenti investigativi proseguiranno sui gruppi di migranti più facinorosi che hanno dato vita alle proteste all'interno del centro. "Tutti, all'interno del campo, avevano capito fin da subito che Sandrine non era stata abbandonata, nonostante ciò hanno continuato la protesta. Sospettiamo dunque che ci siano soggetti che già da prima dell'episodio del decesso menavano nel torbido" ha rivelato infatti il pm. In particolare l'inchiesta vuole chiarire eventuali legami dei migranti con gruppi estremisti o jihadisti.

"Un'indagine fatta bene su un tessuto sociale come quello di un centro di accoglienza sovraffollato con 1.300 migranti, deve partire dal presupposto che ci possano essere anche infiltrazioni di tipo terroristico e para-terroristico. Venezia, oltrettutto, è un obiettivo sensibile. Ho dato delega alla Digos per fare tutti gli accertamenti su tutti i richiedenti asilo che hanno partecipato ai tafferugli, in modo da escludere ogni legame, anche remoto, col mondo del jihadismo. Se non troveremo niente, tanto meglio" ha spiegato ancora Nordi, concludendo: "Il fatto che nel centro esistano gruppetti slegati tra di loro, ciascuno con una filosofia propria e un modo diverso di porsi nei confronti dell'autorità, lascia aperta ogni possibilità".

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