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Comprarono smartphone con il bonus cultura: Cassazione conferma la condanna a 700 diciottenni

I ragazzi – tutti della provincia di Caltanissetta – spesero i 500 euro del bonus cultura acquistando degli smartphone. Ora dovranno pagare multe salatissime.
A cura di Davide Falcioni
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I settecento neo-maggiorenni di Catanissetta che hanno speso il bonus cultura da 500 euro introdotto dal governo Renzi per acquistare smartphone anziché libri dovranno pagare salatissime multe. L'ha stabilito la Cassazione nel verdetto 24890 sostenendo che anche loro sono "colpevoli", come il commerciante "compiacente" che gli ha venduto merce estranea al bonus, perché "hanno legittimamente ricevuto" il vaucher ma lo hanno "illecitamente speso".

Gaetano G., il commerciante titolare della società nissena A.D. che aveva venduto gli smartphone e altri apparecchi elettronici, rischia di finire in carcere o, nella migliore delle ipotesi, di pagare una multa per ogni singolo incasso di uno o più bonus. L'uomo è infatti accusato di "indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato" e gli sono stati già sequestrati beni mobili e immobili fino a raggiungere la somma di 317mila euro, pari ai bonus incamerati. E' contro questo provvedimento, confermato dal Tribunale del riesame di Caltanissetta lo scorso 27 dicembre, che gli avvocati hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo che occorre accertare se l’indagato riscosse "in un unico momento" una somma superiore a 4mila euro, e in tal caso "il superamento della soglia quantitativa, oltre la quale l’illecito amministrativo integra il reato, non configura una condizione obiettiva di punibilità, ma un elemento costitutivo del reato". Altrimenti, se il negoziante ha ottenuto le erogazioni pubbliche in più "rate", ognuna di importo inferiore a 4mila euro, dovrà pagare più multe "perché l’assommarsi di una serie di illeciti amministrativi" non può comunque "tradursi nella commissione di un illecito penale".

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