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Commissione Ue: “L’Italia ha un’economia creativa, ma cresce troppo poco. Deve fare le riforme”

Il vicepresidente della Commissione europea Katainen torna a parlare della crescita economica dell’Italia: “L’Italia è l’economia più creativa d’Europa, numero uno nel creare valore aggiunto, ma il Paese è meno ricco di quello che dovrebbe essere, perchè c’è qualcosa che tiene la crescita permanentemente più bassa della media Ue e per questo le riforme strutturali sono molto importanti”.
A cura di Charlotte Matteini
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La Commissione europea torna a parlare dei conti dell'Italia. "L'Italia è l'economia più creativa d'Europa, numero uno nel creare valore aggiunto, il che è una base solida ma il Paese è meno ricco di quello che dovrebbe essere, perchè c'è qualcosa che tiene la crescita permanentemente più bassa della media Ue e per questo le riforme strutturali sono molto importanti. Un'economia così creativa avrebbe tutte le ragioni per sostenere una crescita molto più elevata", ha dichiarato all'agenzia di stampa Ansa il vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen. "Negli ultimi anni l'Italia ha fatto buone riforme, cruciali, come P.A., lavoro, settore bancario, giustizia, ma se si guarda alla crescita storica, e la si paragona con le altre, dai primi anni '90 è sempre sotto la media Ue, e questo gap è qualcosa che dobbiamo colmare. Il problema della crescita è di natura strutturale e non ciclica e per questo le riforme strutturali sono molto importanti", ha ribadito Katainen.

"Affrontare le sfide strutturali in Italia è un processo che può essere completato in 6-8 anni, non si può cambiare tutto in una notte. Il Governo sa bene cosa deve essere fatto, è un processo comune a molti Governi e quello che Renzi aveva già iniziato richiederà sempre tempo. La crescita va bene ora, è all'1,5%, ma questo non è sufficiente, non possiamo compiacerci prima che sia nella media Ue o al di sopra. Se si guarda alle pmi e all'industria, auto, fashion, alimentare, design, la capacità del Paese di creare valore aggiunto è la più grande capacità di questo tipo in Europa, se la si paragona ad altri Stati membri. L'Italia, per qualche motivo, è più capace di creare valore aggiunto, ha una forte base, ma la struttura non sostiene sufficientemente la crescita e la creazione di posti di lavoro".

"L'Italia è stata estremamente brava ad usare l'EFSI -il  piano Juncker per gli investimenti – ne è la seconda più grande beneficiaria e ha già usato 6,5 miliardi che sbloccheranno 36,7 miliardi di investimenti aggiuntivi e attualmente 205.931 piccole e medie imprese stanno prendendo i fondi. Se si calcola che ognuna di loro assumerà una o due persone in più, si creeranno 205mila o 410mila posti di lavoro", ha proseguito Katainen.

Per quanto riguarda il ministro dell'Economia, in lizza per la guida dell'Eurogruppo, Katainen ha dichiarato: "So che il nome di Padoan è circolato, lo conosco bene, l'ho sempre rispettato, è un buon economista, è un professore e un ministro molto bravo, ed è forse la ragione per cui ha fiducia a livello europeo ma anche in Italia. Penso molto bene di lui, ma non voglio interferire nel processo. La decisione spetta agli Stati membri. Ci sono vari candidati e io credo solamente che il presidente dell'Eurogruppo debba essere uno in grado di fare compromessi e che sia in grado di rappresentare l'Eurozona in tutti gli ambienti internazionali".

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