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Com’era il mondo prima di Cristoforo Colombo? La risposta in una mappa del 1491

Scoperta negli anni Sessanta, per molto tempo la mappa di Martello è stata praticamente illeggibile: grazie alla tecnologia però, oggi sappiamo qualcosa di più su come gli antichi vedevano il mondo prima di Colombo. Il Giappone, ad esempio, non era dove dovrebbe essere.
A cura di Federica D'Alfonso
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La mappa del mondo disegnata da Enrico Martello nel 1491, anche conosciuta come "mappa di Yale".
La mappa del mondo disegnata da Enrico Martello nel 1491, anche conosciuta come "mappa di Yale".

Il 12 settembre del 1492 l’equipaggio guidato da Cristoforo Colombo raggiunge l’isola di San Salvador: inizia così una delle rivoluzioni più importanti della storia dell’umanità. Il modo di concepire il mondo e i suoi confini muta radicalmente: ma com’era questo stesso mondo prima della data fatidica della scoperta dell’America? È grazie al lavoro di un cartografo del XV secolo che oggi possiamo rispondere a questa domanda.

Il suo nome è Heinrich Hammer ma in Italia, dove trascorre buona parte della sua vita di studi e ricerche, è conosciuto come Enrico Martello. Suo è il merito di aver lasciato l’unica testimonianza cartografica di come il globo appariva agli occhi dei contemporanei di Cristoforo Colombo prima che questi intraprendesse il suo viaggio epocale: una mappa dipinta a tempera di circa due metri di larghezza che mostra chiaramente l’Africa e l’Asia e che contiene indizi importantissimi circa la geografia dell’epoca, sempre più lontana dalle interpretazioni straboniane e tolemaiche.

La mappa di Martello: il mondo com'era nel 1491

Il documento, giunto all’Università di Yale tramite una donazione anonima e oggi conservato presso la Beinecke Rare Book & Manuscript Library, risale al 1491. Per molto tempo il pessimo stato di conservazione ha reso illeggibile gran parte del cartiglio, ma da anni i ricercatori sono a lavoro per riportare alla luce questo affascinante reperto storico. Ora, grazie anche alla collaborazione del Lazarus Project, dalla mappa sono emersi dettagli fino ad ora ignorati, come le numerose descrizioni in latino delle regioni rappresentate sul globo: lo studioso Chet Van Duzer ha appena pubblicato un libro sull'argomento, chiarendo per la prima volta in centinaia di anni il significato delle iscrizioni e dei disegni della mappa.

Si tratta della prima mappa della storia con l’indicazione dei gradi di longitudine e con la rappresentazione dell’equatore e dei tropici: molto probabilmente Martello, nel disegnarla, rielaborò il modello tolemaico integrandolo con le informazioni ricavate dai diari di viaggio degli esploratori portoghesi, avvicinandosi di molto a quello che è, oggi lo sappiamo con certezza, il vero volto del mondo. Tuttavia la mappa presenta anche numerosi errori, alcuni dei quali la mettono in strettissima relazione con il nome di Cristoforo Colombo.

L’errore di Colombo sul Giappone

La mappa del mondo di Enrico Martello, conservata a Yale.
La mappa del mondo di Enrico Martello, conservata a Yale.

Molti storici ritengono infatti che la mappa di Martello sia servita a Colombo nel preparare il suo viaggio verso le Americhe. Un dettaglio in particolare ha rafforzato questa ipotesi: sulla carta il Giappone è rappresentato a mille miglia dalle coste dell’Asia, molto più lontano dalla sua reale posizione e decisamente molto più esteso. Questa indicazione fu fuorviante per lo stesso Colombo che, come racconta anche il figlio Ferdinando, giunto alle Bahamas fu convinto di essere arrivato invece in Asia: la mappa di Martello era l’unica all'epoca che riportava questa caratteristica erronea.

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