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Come Tom Hanks nel film “The Terminal”: 36enne bloccato in aeroporto da oltre un mese

L’uomo è un siriano che non può tornare in patria per la guerra ma il visto di ingresso in Malesia è ormai scaduto e non gli permettono di andare da nessuna parte: da oltre un mese vive nello scalo di Kuala Lumpur lavandosi nei bagni e mangiando cibo di fortuna.
A cura di Antonio Palma
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Una guerra in corso in Patria, un viaggio in aereo verso una terra straniera e infine lo stop all'ingresso nel nuovo Paese imposto dalle autorità locali al suo arrivo in aeroporto per questioni di visti e documenti. Quella che potrebbe sembrare la trama del film The Terminal di Steven Spielberg, che vede protagonista  Tom Hanks, in realtà è quanto sta accadendo realmente ad un cittadino siriano, il 36enne Hassan al-Kontar, bloccato da settimane nello scalo internazionale di Kuala Lumpur, in Malesia, senza poter entrare né tornare indietro. L'uomo per diversi mesi è stato negli Emirati arabi dove aveva un permesso di soggiorno lavorativo, ma alla sua scadenza non ha trovato un nuovo lavoro ed è stato costretto a lasciare il Paese.

A questo punto per lui sono iniziati i problemi, ha tentato di entrare in Malesia con un visto turistico scaduto, così è stato bloccato al controllo documenti dell'aeroporto di Kuala Lumpur senza poter andare né avanti né indietro. Negli Emirati da dove proveniva il suo aereo infatti non lo accettano mentre tornare in Siria alle prese con la Guerra è impossibile, ancora più perché è considerato un disertore dall'esercito del regime di Assad e verrebbe subito arrestato. Hassan quindi è rimasto in un limbo e, proprio come il personaggio interpretato da Tom Hanks, ha anche finito i soldi, ritrovandosi a girovagare per lo scalo tutto il giorno e contando solo sul buon cuore di qualcuno che  possa offrirgli un pasto.

Una situazione che va avanti ormai da oltre un mese e che vede il siriano vivere praticamente accampato nella sezione transiti dello scalo aeroportuale: si lava nei bagni e mangia cibo di fortuna generalmente raccattato dai pasti delle compagnie aeree. Una situazione per nulla piacevole che lo ha spinto anche a tentare di raggiungere Ecuador e Cambogia ma senza successo. Le autorità infatti lo hanno rispedito indietro facendolo ripiombare in un incubo che per ora appare non avere soluzione. "Non so cosa dire o cosa fare. Ho bisogno di una soluzione, ho bisogno di un posto sicuro dove posso stare legalmente" ha dichiratao  Hassan, sottolineando. "La Siria è fuori discussione, anche dovessi restare qui per sempre. Non voglio combattere, non voglio uccidere nessuno. Non voglio essere ucciso. Non è la mia guerra".

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