57 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Come i parlamentari sfruttano i loro collaboratori: “Inquadrati come colf e badanti”

Le testimonianze ai microfoni di Fanpage.it che raccontano come i collaboratori parlamentari siano sfruttati, sottopagati e costretti a mansioni non di loro competenza. “Tutti i soldi vengono intascati dai parlamentari”.
A cura di Ida Artiaco
57 CONDIVISIONI
Immagine

"Sono iper specializzati, ma inquadrati come colf e badanti, costretti a portare spasso i cani o a piegarsi a obblighi ben peggiori, come favori sessuali". Quella del collaboratore parlamentare è una vita tutt'altro che facile. A differenza di quanto si possa pensare, questo è un lavoro riservato sì a candidati di un certo livello, ma dal punto di vista contrattuale la situazione non è migliore rispetto ad altri tipi di occupazioni, spesso costretti svolgere mansioni che non rientrano nella propria sfera di competenza per un massimo di 1100 euro al mese e senza obbligo di preavviso in caso di licenziamento. Eppure, ciascun deputato ha a propria disposizione una cifra importante da poter destinare a queste figure professionali.

Nel solo 2016 il parlamento italiano è costato 1,5 miliardi di euro. Ogni parlamentare intasca all'anno, al netto degli oneri fiscali, un'indennità di 62400 euro e una diaria di 42mila euro. Per le spese di trasporto ha a disposizione 13280 euro e altri tremila all'anno per le spese telefoniche. A questi, si sommano le spese di esecuzione del mandato che ammontano ad almeno 44mila euro all'anno, in poche parole si tratta dei soldi che i parlamentari dovrebbero usare per pagare i collaboratori e altre attività. Ma questi non sono tenuti a rendicontarle e possono così sfruttare i loro assistenti per intascare tutta la cifra.

Nello specifico, come sottolinea ai microfoni di Fanpage.it Lorenzo Carrozza dell'associazione italiana collaboratori parlamentari, "queste spese sono per la metà rendicontabili, mentre l'altra metà viene corrisposta in via fortettaria al deputato. È possibile così incassare tutta la somma, come del resto tendono a fare quasi tutti. In alcuni casi, avanzano delle giustificazioni a delle spese che spesso non sono rispondenti perfettamente alla realtà. Per cui chi non lavora intasca paradossalmente più soldi. Abbiamo avuto casi di collaboratori con dottorato di ricerca inquadrati come colf o badanti, costretti spesso a portare a spasso il cane del deputato o che venivano pagati soltanto in parte in maniera regolare e per l'altra parte in nero, o ancora costretti a favori sessuali. Molti non denunciano questi casi. In media uno stipendio è di 1100 euro al mese per persone iper specializzate. Noi cerchiamo di far adottare il modello europeo, ma non è facile".

A conferma di ciò, un collaboratore ha mostrato alle telecamere di Fanpage.it, in via del tutto anonima, come lui compila questa famosa rendicontazione. "Questo è un documento che viene spedito per posta al parlamentare, che solitamente compila il collaboratore e che non può uscire dalla Camera, è riservato – ci dice -. Parliamo di oltre 22mila euro all'anno per ogni singolo deputato. Non è necessario presentare scontrini ma semplicemente conservarli entro la fine del mandato. Onestamente negli anni in cui ho lavorato alla Camera non ho mai subito come collaboratore una verifica e alla fine del quadrimestre se non viene fatta una verifica tramite scontrini, decade, cioè non c'è più obbligo di dover fare verifiche al deputato". Senza contare il fatto che queste figure professionali non hanno alcuna tutela dal punto di vista contrattuale. Davide La Cara, ex collaboratore, ha sottolineato: "Ho lavorato circa 3 anni e mezzo in questo ruolo. Sono stato licenziato con 15 giorni di preavviso. E questa cosa si può fare perché non veniamo assunti ma abbiamo solo contratti di collaborazione".

57 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views