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Come è cambiato il mercato del lavoro: con il Jobs Act assunti il 61% dei collaboratori

Tra il 2015 ed il 2016, l’anno del Jobs Act, sono diminuiti i cocopro, i collaboratori occasionali, mentre è aumentato il numero dei lavoratori dipendenti privati.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Inps ha analizzato le conseguenze del Jobs Act sugli andamenti della gestione separata per i lavoratori autonomi a partire dal 2010 al 2016. Secondo il dossier "Effetto del Jobs Act sulle collaborazioni, tra il 2015 ed il 2016 sono crollati i cocopro, i collaboratori occasionali e gli associati in partecipazione ed è aumentato il numero dei lavoratori dipendenti privati.

Lo studio è stato elaborato per rispondere alle richieste del Comitato amministratore del Fondo parasubordinati. In particolare, tra il 2015 ed il 2016 i collaboratori a progetto sono diminuiti del 54% passando da 376.774 a 173.801 e, nello stesso anno si sono ridotti notevolmente anche i collaboratori occasionali (-59%) e gli associati in partecipazione (-58%) nel 2016 rispetto al 2015. "Una buona parte di queste riduzioni è dovuta ad una transizione in lavoro alle dipendenze" si legge nel dossier che mostra un calo complessivo totale di tutti i rapporti di collaborazione passati complessivamente da 1.111.684 nel 2015 a 917.888 del 2016 con un reddito salito dai 20.475 euro ai 22.849 di media con punte verso l'alto in Veneto, 28.387 euro, e in basso in Calabria con 10.735 euro.

Nel 2015, inoltre, unico anno nell'arco di sei (tra il 2010 e il 2016) la quota di quelli che cessano di essere parasubordinati per diventare l'anno successivo lavoratori dipendenti privati a tempo indeterminato è più della metà, il 60,8%: un dato che secondo l'Inps dipende dalla cosiddetta "decontribuzione triennale".

Un altro elemento evidenziato dall'Istituto di previdenza è la riduzione della tipologia dei collaboratori (-35,6% dal 2012 al 2016) e un aumento di quella dei professionisti (+13,2%). Per quanto riguarda le donne, segnala il rapporto, la quota di lavoratrici è ogni anno diminuita tra i collaboratori mentre è aumentata tra i professionisti. Le donne erano infatti nel 2012 il 41,8% tra i collaboratori e il 39,4% tra i professionisti: nel 2016 questi valori sono passato rispettivamente al 36,9% e al 42,7%. Un cambiamento determinato, oltre che a dinamiche del mercato del lavoro, anche dagli interventi del legislatore, cioè la legge 92 del 2012, ovvero la riforma Fornero del mercato del lavoro, e il decreto legislativo 81 del 2015, il Jobs Act.

Quest'ultimo ha riordinato la materia dei contratti di lavoro di fatto attuando una stretta nei confronti delle collaborazioni, portando invece i contratti verso il lavoro subordinato. All' art. 52 del decreto si legge: "le disposizioni di cui agli articoli da 61 a 69-bis del decreto legislativo n. 276 del 2003 sono abrogate e continuano ad applicarsi esclusivamente per la regolazione dei contratti già in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto". Tradotto: a partire dal 25 giugno 2015, viene stabilito il superamento delle collaborazioni a progetto e, contestualmente, viene consentita la permanenza di quelle esistenti, fino a regolare scadenza. Dal 1° gennaio 2016, infatti, ogni prestazione personale, continuativa e organizzata dal committente, anche con riferimento specifico ai tempi e ai luoghi di lavoro, è trasformata in contratto subordinato a tempo indeterminato. Una rivoluzione avvenuta disincentivando tutti i rapporti diversi dal lavoro subordinato, grazie anche alle agevolazioni previste per chi ha trasformato i collaboratori in dipendenti.

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