Cocoricò resta chiuso, Tar respinge il ricorso della discoteca
Il Tar dell'Emilia Romagna ha rigettato il ricorso presentato dalla nota discoteca Cocoricò contro la decisione del Questore di Rimini Maurizio Improta di chiuderla per 4 mesi dopo la morte di un ragazzo di 16 anni, Lamberto Lucaccioni, stroncato da un’overdose di ecstasy nel locale di Riccione la notte tra il 19 e il 20 luglio scorso. Soddisfatto il Codacons, che si era costituito in giudizio difendendo il provvedimento della Questura. Nel rigettare il ricorso il Tar scrive nel testo dell'ordinanza: “Considerato che ai sensi dell'invocato art. 41 della Costituzione l'iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale, e quindi non deve provocare ‘danni sproporzionati all'ambiente e alla salute' (Corte Cost. 116/06) e alla sicurezza pubblica; che tale principio si impone in sede di bilanciamento degli interessi in gioco, assegnando prevalenza a quest'ultimo; che l'esercizio del potere ex art. 100 TULPS è connotato da amplissima discrezionalità, nella fattispecie immune da censure di manifesta irragionevolezza o errori di fatto, esercitato in base ad un principio e per un fine di ‘precauzione', cioè allo scopo di provocare disaggregazione di criminalità gravitante nel luogo considerato (e non certo di sanzionare responsabilità, coinvolgimenti o inerzie del gestore); che la durata della sospensione è stata parametrata a tale esigenza, e che quindi non appaiono violati i principi di proporzionalità e adeguatezza al fine”.
Polemiche per la chiusura del Cocoricò – Il Codacons ha fatto sapere di augurarsi che dopo questa decisione del Tar il Cocoricò “sappia prendere adeguati provvedimenti contro lo spaccio di sostanze stupefacenti e a tutela della salute dei giovani, per i quali la discoteca rappresenta un importante punto di riferimento”. La decisione di chiudere il Cocoricò dopo la morte del 16enne aveva scatenato molte polemiche.