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Clima, rallenta la circolazione atlantica: in arrivo 20 anni di caldo

Lo studio pubblicato su Nature dimostra che l’indebolimento della circolazione Atlantica meridionale può portare a un forte surriscaldamento globale. Uno scenario previsto dal film del 2004 “The day after tomorrow”, ma senza gli eventi apocalittici del kolossal catastrofico.
A cura di Biagio Chiariello
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Da qui a 20 anni potremmo assistere a drastici cambiamenti climatici in grado di causare un deciso innalzamento delle temperature. La previsione è contenuta nella ricerca pubblicata su Nature dal gruppo dell'università di Washington coordinati da Ka-Kit Tung. Che sta succedendo? La circolazione Atlantica meridionale (nota anche con la sigla Amoc – Atlantic Meridional Overturning Circulation), che trasporta l'acqua calda verso Nord e quella fredda verso Sud, stanno rallentando e il fenomeno può provocare un deciso riscaldamento del clima nei prossimi quattro lustri. Il più recente picco negativo si è registrato dal 2004 al 2010, quando l'indebolimento è stato 10 volte maggiore del previsto.

Circolazione Atlantica meridionale indebolita

Lo studio dimostra che l'indebolimento di questa circolazione, che consiste in un sistema di correnti che comprende anche quella del Golfo, fa parte del suo ciclo naturale. L’Amoc funziona come un gigantesco “nastro trasportatore”: l'acqua calda del golfo del Messico viene trasportata verso Nord, cioè verso Groenlandia, Islanda e mare di Norvegia. Giunte qui le masse d'acqua si raffreddano, diventano più dense e scendono in profondità. A questo punto la corrente cambia direzione e trasporta l'acqua fredda verso i tropici. In parole povere, dalla ricerca si evince che questo sistema di correnti sta passando dalla sua fase veloce a quella più lenta e questo ha implicazioni sul riscaldamento globale. Nella sua fase più veloce, l'Amoc rimuove maggiori quantità di CO2 dall'atmosfera e le accumula in profondità, intrappolandole per periodi lunghissimi, di almeno mille anni. L'allentamento di questa attività può generare, come detto, un forte riscaldamento globale.

“Questi dati confortano un'ipotesi avanzata recentemente, cioè che l'indebolimento di questa circolazione abbia implicazioni sul sequestro della CO2 presente nell'atmosfera”, sottolinea l'oceanografo Alessandro Crise, dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste. “L'Amoc trasforma le acque calde in acque più fredde e dense, che assorbono CO2 e vanno in profondità”.

Come nei film?

Sembra lo scenario apocalittico descritto dal film del 2004 “The Day After Tomorrow”, Il kolossal catastrofico in cui la Terra va incontro ad una glaciazione improvvisa a causa del blocco della corrente del Golfo. Un film zeppo di effetti speciali, eppure se il fenomeno dovesse andare avanti, l’Europa occidentale soffrirebbe di ondate di calore estive e inverni rigidi in maniera sempre più estrema. Il livello del mare salirebbe velocemente sulla costa orientale degli Stati Uniti, e le piogge tropicali potrebbero scomparire.

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