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Cinque buoni motivi per smetterla di fare le orecchie alle pagine dei libri

In inglese le chiamano “dog ears”. Sono le pieghe agli angoli delle pagine che molti lettori praticano invece di usare un segnalibro. Ecco dei buoni motivi per smetterla di fare questo “sopruso” ai nostri amati libri.
A cura di Redazione Cultura
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In inglese si chiamano "dog ears", orecchie da cani. Sono le famose pieghe agli angoli, generalmente alti, delle pagine che molti lettori fanno per segnalare a se stessi il punto da cui riprendere la lettura o per ricordarsi di pagine particolarmente significative. Eppure, spulciando in rete e discutendone in giro coi lettori, la pratica di fare le orecchie alle pagine dei libri è considerata unanimemente un "sopruso" contro i nostri amati ma indifesi libri.

A quanto pare, è un problema parecchio sentito tra i lettori. Molto spesso, infatti, tendiamo ad accumulare tanti segnalibri – ce ne sono di alcuni bellissimi – che tuttavia finiamo per non utilizzare mai, perché quando iniziamo un libro e ci lasciamo catturare dalla sua lettura diventa quasi impossibile metterlo in pausa per andare a cercare l'ultimo, decoratissimo segnalibro che abbiamo acquistato e finito chissà dove. Qui entrano in gioco le famigerate orecchie ai libri. Vediamo nel concreto perché praticare il sistema delle "dog ears" è sbagliato e persino un po' dannoso.

Perché sono brutte

Il primo motivo è decisamente il più semplice da far afferrare agli spiegazzatori compulsivi di libri, ed è quello estetico. Fare le pieghe alle pagine dei nostri libri preferiti rende la copia di un romanzo o di un saggio decisamente meno bella, trasformando l'oggetto-libro in uno sbozzato e informe volume pieno zeppo di escrescenze di carta.

Perché sono inutili

Alla fin fine, chi pratica la "tortura" delle dog ears finisce per farne così tante che le rende, difatti, inutili. Se dissemini la lettura del libro di tante pieghe, finirai sempre per dimenticarne qualcuna e quando avrai bisogno di ricordare dove hai messo in pausa la lettura, ti succederà di essere indeciso su quale sia il punto giusto da cui ripartire. E poi: anche quando elimini la precedente, il segno di un'orecchia passata è indelebile. Mentre un segnalibro può essere posizionato in corrispondenza di qualsiasi punto della pagine prescelta, indicandoci (quasi) perfettamente il punto – riga o paragrafo – da cui ripartire, al contrario le orecchie restano fisse all'angolo. Ricorda: un brutto libro prima o poi finisce, mentre un'orecchia è per sempre.

Perché rovinano i libri

Il che ci porta direttamente alla terza ragione per cui fare le pieghe ai libri è sbagliato ed è preferibile usare un segnalibro: anche il romanzo più appassionante si legge in più giorni e sessioni di lettura. Reading Lenght, un sito che consente di misurare la lunghezza in parole e, di conseguenza, di capire quante ore e quanti minuti impiegheremo per portare a termine la nostra lettura, calcola mediamente in 25-30 pagine la sessione media di un lettore forte. Ciò significa che in un libro di 200 pagine vi sono almeno 6 pause intermedie tra inizio e fine, cioè 6 orecchie alle pagine, che a lungo andare tendono a rovinare il libro non solo da un punto di vista estetico, ma anche alterandone la struttura e i connotati. Con una espressione: rovinandone la funzionalità.

Perché distruggono la suspense

Per il lettore che verrà dopo di te, se sei uno di quelli che i libri ama concederli in prestito (o, peggio ancora, se hai fatto le orecchie a un volume preso in biblioteca), il segno indelebile delle tue orecchie costruirà un percorso di pause e pagine importanti precostituito, formatosi sui tuoi interessi e sul tuo ritmo di lettura. Il che potrebbe rovinare la suspense e l'attesa a chi leggerà quel libro dopo di te. O, quantomeno, inficiare l'alone di mistero che avvolge ogni libro nel momento in cui lo iniziamo. Anche se si tratta di un testo usato, la verginità morale di un libro è fondamentale per un approccio positivo alla storia che abbiamo intenzione di iniziare.

Un giorno vorresti non sapere

C'è poi un'ultima, fondamentale ragione per evitare di riempire di orecchie le pagine dei nostri libri: verrà un giorno in cui, traslocando o rimettendo in ordine la libreria, ci imbatteremo nella copia di quel libro che è stato così importante per noi col rischio di scoprire quanto siamo stati lenti nella lettura o, al contrario, rapidi e frettolosi. Potremmo persino scoprire che quel libro che citiamo da una vita in realtà non l'abbiamo mai letto, o che lo abbiamo abbandonato a pagina 26. Ci sono cose che nessuno vuole scoprire del proprio passato. Un bel segnalibro, in luogo di una dog ear proustiana che potrebbe indurci a ricordare dettagli che avevamo cancellato, è il modo migliore per guardare avanti al prossimo libro con maggior fiducia.

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