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Cieco viene sorpreso a guidare la moto, ma per il giudice non è truffa

Una sentenza destinata a far discutere: l’uomo era stato denunciato per truffa all’INPS, ma per il giudice “il fatto non sussiste” perché la patologia esiste sul serio.
A cura di Redazione
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A riportare la notizia è l'Ansa, citando fonti del Tribunale di Bari. Un uomo è stato assolto dall'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver percepito per 23 anni la pensione di invalidità e l'indennità di accompagnamento in quanto cieco. Il punto è che, dopo alcune indagini della Guardia di Finanza di Bari, era emerso che l'uomo guidava una motocicletta e faceva alcune attività, come il volantinaggio, senza problemi derivanti dalla sua inabilità. La Gdf aveva quindi ipotizzato che l'uomo fosse un falso cieco, ne aveva congelato i conti bancari (sequestrandogli circa 225mila euro) e la vicenda era finita davanti al giudice del Tribunale di Bari.

Il processo si è però concluso con l'assoluzione piena perché "il fatto non sussiste". Come si legge sul sito dell'Ansa, infatti: " Nel processo, anche sulla base di consulenze mediche, il difensore dell'imputato, l'avv. Antonio Falagario,ha però dimostrato che il 59enne è davvero un "cieco assoluto", affetto da retinite pigmentosa degenerativa, che gli consente di percepire soltanto luci e ombre, e che l'aver svolto da solo attività quotidiane come guidare una moto,è da "irresponsabile, ma niente di più".

In sostanza, per il giudice non è stato possibile configurare una condanna per truffa, dal momento che l'uomo è realmente un "cieco assoluto" e ha svolto le attività menzionate dalla Guardia di Finanza a proprio rischio e pericolo. Guidando, ad esempio, la moto, pur percependo solo luci e ombre.

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