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Chi è Umberto Del Basso De Caro, il sottosegretario al centro delle polemiche

Dopo il caso del sottosegretario Antonio Gentile, un’altra polemica agita la squadra di Governo di Matteo Renzi: l’indagine sui rimborsi in Campania che riguarda, tra gli altri, anche Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti.
A cura di Redazione
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Lui è Umberto Del Basso De Caro, sessantunenne deputato del Partito Democratico, fresco di nomina come sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato dal ministro Lupi, esponente di spicco del Nuovo Centrodestra. Da qualche ora, dopo la "soluzione" del caso Gentile con le sue dimissioni da sottosegretario, il politico sannita è diventato il nuovo "caso" del Governo Renzi: a suo carico vi è infatti un'indagine della procura di Napoli per lo scandalo dei rimborsi non rendicontati del Consiglio Regionale della Campania. De Caro, che è stato capogruppo del Pd in Regione, è uno dei tre parlamentari indagati per "impiego privatistico dei fondi regionali destinati ai gruppi", assieme a Domenico De Siano ed Eva Longo (eletti nelle fila del Popolo della Libertà), per l'attività svolta quando era solo consigliere regionale. Si tratta di un'inchiesta avviata dal pm Novelli e dal procuratore aggiunto Greco, che hanno contestato agli indagati (57 consiglieri in totale) una somma superiore agli 1,2 milioni di euro. La cifra contestata al sottosegretario del Governo Renzi nel biennio 2010 – 2012 è di 11.300 euro ed è proprio sull'esiguità della somma che si basa in parte la sua difesa, come spiegato a Concetto Vecchio su Repubblica: "Nessuno mi obbligava a rendicontare 11mila euro in tre anni: sai come hanno cambiato la vita a un poveraccio come me".

Nessun passo indietro da parte del politico sannita, dunque. Del resto De Caro è un politico di lungo corso, già deputato nel 1992, peraltro nella legislatura più breve della storia repubblicana. Allora De Caro, avvocato di chiara fama e difensore tra gli altri di Craxi e Mancino, fu eletto nelle fila del Partito Socialista Italiano e partecipò ad una delle fasi più convulse della storia politica italiana, con la fine della Prima Repubblica, co-firmando solo 25 proposte di legge di cui nessuna convertita poi in legge, ma ricoprendo il delicato ruolo di vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa (schierandosi praticamente sempre a difesa dei parlamentari per i quali le Procure chiedevano l'autorizzazione a procedere). Una posizione da "garantista di ferro", che lo portò a difendere pubblicamente Craxi, De Michelis e De Lorenzo (tra gli altri). Va detto che l'elezione in Parlamento rappresentava il coronamento di un percorso politico cominciato quasi venti anni prima, sempre nelle fila del Psi e imperniato sul suo ruolo di consigliere comunale di Benevento.

Al disgregamento del Psi De Caro segue il percorso di Giuliano Amato, passando prima nei Liberal Riformisti e successivamente nella Margherita, di cui diviene segretario provinciale qualche anno dopo. Successivamente guida il percorso di integrazione di Ds e Margherita nel beneventano (la sede del Pd beneventana diviene quella della Margherita, mentre alla segreteria resteranno esponenti provenienti dai Ds), prendendo sostanzialmente il controllo del partito sannita, grazie alla capacità di mettere sulla bilancia tessere e consensi personali. È uno dei registi delle operazioni Pepe (il Sindaco di Benevento reciderà i legami con Mastella e porterà avanti una Giunta di centrosinistra a forte componente Pd) e Cimitile (il rettore dell'Università che diventerà Presidente della provincia, dopo la guida dell'ex parlamentare Pds Nardone), blindando di fatto la sua candidatura alle elezioni regionali del 2010: qui De Caro ottiene oltre 18mila preferenze ed è eletto trionfalmente in Consiglio Regionale, per ricoprire successivamente anche il ruolo di capogruppo Pd. Poi la decisione di candidarsi alle primarie del Pd per il Parlamento e il nuovo plebiscito: oltre 12mila voti, un'affermazione che non ha simili nelle altre zone d'Italia anche in considerazione dell'esiguità del numero dei votanti nel Sannio. Quindi l'elezione tra i banchi del Pd e la prima attività parlamentare con 14 proposte di legge co-firmate e la presenza nella X Commissione (Attività produttive, Commercio e Turismo) e in quella per le Questioni Regionali.

De Caro, che ora è consigliere di amministrazione in Tua assicurazioni e Cnf Finanziaria, ha nel corso degli anni ricoperto numerose funzioni pubbliche, dalle Usl fino alla Presidenza dell'Istituto Autonomo Case Popolari. In quest'ultima veste è finito al centro delle polemiche dopo la diffusione delle intercettazioni telefoniche riguardanti la vicenda che vedeva protagonista Sandra Lonardo Mastella: in una delle conversazioni De Caro si diceva sorpreso dei dubbi di Clemente Mastella sulla sua affidabilità, ripetendo di essere leale nei confronti dell'allora leader dell'Udeur. È di poche settimane invece fa il suo coinvolgimento indiretto nella vicenda De Girolamo, con la diffusione di una intercettazione in cui si ipotizzava un suo "complotto" ai danni dell'ex ministro dell'Agricoltura del Governo Letta. Lui in tal senso era stato chiaro: "È una evidente patacca, un tarocco. Io non ho mai parlato con Pisapia e mai visto di sabato Michele Rossi, avendolo visto due volte in sessanta anni. Terzo, non ho mai parlato, insieme, con Rossi e l'avvocato Prozzo. Chiedetelo anche a loro". Inchieste che non lo hanno mai visto indagato, va detto.

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