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Chi è Teodorín? Il playboy che va in giro in Batmobile mentre la sua gente non ha l’acqua

Residenze nei luoghi più esclusivi al mondo, feste inondate di champagne, jet e yacht di lusso, una Batmobile e persino un sottomarino alla James Bond. La dolce vita di Teodoro Obiang, primogenito del dittatore della Guinea Equatoriale, contrasta con la povertà dei suoi connazionali. Nel Paese africano, ricco in giacimenti petroliferi, tre quarti degli abitanti vivono con meno di due dollari al giorno e la corruzione è “una forma d’arte”.
A cura di Mirko Bellis
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Teodorín Obiang (Gettyimages)
Teodorín Obiang (Gettyimages)

Teodoro Nguema Obiang Mangue, 48 anni, conosciuto anche come Teodorín, ama vivere nel lusso. Al primogenito di Teodoro Obiang Nguema (presidente della Guinea Equatoriale dal 1979) piace farsi fotografare a bordo di una Batmobile o mentre si diverte nei luoghi più esclusivi al mondo. L’ostentazione della sua ricchezza non conosce limiti: appassionato di Michael Jackson non ha esitato a pagare quasi 300.000 dollari per un paio di guanti del cantante. Auto e moto sfarzose, yacht e jet privati, tutto messo in bella mostra sul suo profilo Instagram, seguito da più di 100mila followers. E mentre il figlio del dittatore guineano sorseggia champagne in qualche resort, più della metà dei suoi connazionali non ha accesso all'acqua potabile. Se Teodorín spende in una notte quasi un milione di euro per una festa, tre quarti dei guineani sopravvivono con meno di due dollari al giorno. Uno stile di vita da playboy possibile grazie ai profitti del petrolio, di cui la piccola repubblica africana è ricchissima.

Gli ingenti giacimenti petroliferi, scoperti negli anni ’90 del secolo scorso (è il terzo maggior produttore di greggio dopo Nigeria e Angola), hanno reso il Paese uno dei più ricchi del continente africano in termini di Pil pro capite. Ciò nonostante l’aspettativa di vita è solo di 58 anni e, secondo la Banca Mondiale, il 43,7% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. A spiegare come mai i guadagni dell’oro nero non finiscano nelle casse dello Stato ci ha pensato Human Right Watch, che ha definito la corruzione in Guinea Equatoriale “una forma d’arte”.

Teodoro Obiang, dopo quasi quarant'anni di potere assoluto, è uno dei capi di Stato più longevi al mondo. E il figlio Teodorín, nominato vicepresidente nel giugno 2016, potrebbe esserne il successore; sempre che i suoi guai giudiziari non impediscano la corsa al “trono”. L’erede del dittatore, infatti, è già incappato in diverse vicende legate proprio alla corruzione. Nel 2014, il governo degli Stati Uniti confiscò a Teodorín diverse auto di lusso e una magnifica mansione a Malibù, in California. “Attraverso l’appropriazione indebita e l'estorsione, il vice presidente Nguema Obiang ha saccheggiato senza vergogna il suo governo e messo in pericolo le imprese nel suo Paese per sostenere il suo stile di vita sontuoso, mentre molti dei suoi concittadini vivevano in estrema povertà”, si legge in una nota del dipartimento del tesoro americano. Teodorín fu costretto a cedere anche i cimeli di Michael Jackson, oltre a svariati beni per 30 milioni di dollari.

Ma gli Usa non sono stati gli unici ad aver messo gli occhi su di lui. Le autorità olandesi, su richiesta del governo svizzero, ordinarono l’anno scorso il sequestro dell’Ebony Shine, un'imbarcazione da 76 metri del valore di 100 milioni di dollari appartenente a Teodorín. Anche in questo caso le accuse erano pesanti: riciclaggio di denaro “prelevato” direttamente dalle casse della Guinea Equatoriale. L’ultima grana giudiziaria è arrivata dalla Francia. Il 27 ottobre scorso, una corte parigina lo ha riconosciuto colpevole di corruzione, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e falso. La condanna a 3 anni di carcere e 30 milioni di euro di multa è sospesa visto che gli avvocati di Teodorín hanno già fatto ricorso in Appello. Sì, perché di fronte all'ordine di sequestro della dimora parigina a due passi dagli Champs-Élysées, il governo guineano ha risposto che si tratta di una residenza diplomatica e pertanto intoccabile.

Nel frattempo, nel Paese africano la Corte costituzionale ha convalidato il risultato delle elezioni legislative dello scorso 12 novembre. Al Partito democratico della Guinea equatoriale (Pdge), la formazione politica di Teodoro Obiang, andranno tutti i 75 seggi del Senato e 99 seggi sui 100 complessivi della Camera dei deputati. Non è però così scontato che sia Teodorín a succedere al padre. A contendergli il potere potrebbe essere proprio il fratello, Gabriel, potente ministro per il petrolio. Al playboy rimarrebbe la vita sfarzosa di sempre mentre la maggior parte dei guineani non ha neppure l’acqua potabile.

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