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Chi è e cosa ha fatto Alan Hopkinson, il pedofilo più pericoloso d’Inghilterra

Di giorno programmatore di computer, di notte spietato predatore di bambine Ecco chi e cosa ha fatto Alan Hopkinson, condannato a nove ergastoli per reati sessuali, il pedofilo più pericoloso d’Inghilterra.
A cura di Angela Marino
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Alan Hopkinson
Alan Hopkinson

"Ho avuto a che fare con molti pedofili per molti anni e questo è il più pericoloso che abbia mai incontrato". È quello che ha detto di Alan Hopkinson, in carcere con la condanna a nove ergastoli, Tina Birnie, detective della squadra tutela minori della Sussex Police.

La storia del più subdolo criminale sessuale del Regno Unito comincia nel lontano 1953 a Eastbourne, nell'Inghilterra del Sud. Figlio unico, a causa del lavoro di suo padre è costretto a trasferirsi con la famigli nello Zimbawe, in Africa. Brillante e intelligente, anche a causa di quello sradicamento dall'Inghilterra, tuttavia, cresce come un ragazzo solitario e introverso. Torna in Inghilterra quando ha ormai 23 anni e trova un lavoro come operaio a Sidcup, nel sud-est di Londra. Nel 1981 segue un corso di programmazione per computer grazie al quale troverà la sua vocazione: l'informatica. Ciononostante, continua a saltare da un lavoro all'altro, senza un legame fisso.

L'esordio criminale

Dopo i vent'anni la sua personalità deviata comincia a emergere. Di giorno programmatore di computer con una vita grigia e anonima, di notte tormentato animale in cerca di prede, ventenne confuso che ama vestirsi da donna. Un giorno vede una giovanissima turista francese fare l'autostop. Le sorride, scende dall'auto con il suo aspetto distinto e rassicurante e prima che la ragazza possa accorgersene, cerca di trascinarla nel bagagliaio. Non ce la fa, lei è troppo forte per il suo fisico minuto da nerd. Quattro mesi dopo ci prova con una vittima più vulnerabile, una bambina di undici anni che tornava a casa da scuola. Stavolta riesce a prenderla. La lega, la nasconde nel bagagliaio della sua macchina e la porta in un boschetto isolato, dove, nel verde silenzioso degli alberi, la violenta. Poi porta la piccola a casa dei suoi genitori dove la nasconde al primo piano dell'abitazione. Grazie alla testimonianza di un compagno di scuola della piccola, la Polizia arriva dritta in casa Hopkinson e libera la bimba. Nell'abitazione, gli agenti scoprono un vero e proprio archivio pedopornografico.

In cella

Il 1991 è l'anno della prima condanna (sette anni) per il sequestro dell'undicenne, ma anziché sedare la sua natura, la detenzione sembra dare voce ai desideri più oscuri. In cella si dedica a un febbrile lavoro di ‘ricerca': disegna una mappa delle scuole nella zona di Eastbourne, appuntando i nomi di alcuni bambini tratti da un giornale locale, cercando perfino di contattarli usando la rubrica del carcere. Sempre in cella scrive il libro ‘Foiling the Beast' (Fermare la bestia), venticinque agghiaccianti capitoli che descrivono il desiderio di abusare dei bambini. Dopo aver scontato la sua condanna lascia il carcere per stabilirsi in uno squallido appartamento di Eastbourne, a poche centinaia di metri da una scuola. Pur avendo scontato la sua pena per stupro, per Alan Hopkinson non c'è alcuna restrizione ai luoghi frequentati dai bambini. Erano gli anni Novanta, quelli in cui non esisteva il registro degli aggressori sessuali e un pedofilo poteva vivere indisturbato a pochi passi da parchi e asili. La presenza di quell'uomo che si circondava di bambini, però, non passò inosservata nel quartiere, tanto che i residenti si organizzarono per chiedere un ordine del tribunale che lo tenesse lontano dai bambini.

Lisa e Charlene, stuprate e segregate a 10 anni

È una mattina di gennaio del 1999, quando Lisa Hoodless e Charlene Lunnon, due bambine di 10 anni si incamminano lungo Cornfield Terrace street, per andare alla scuola di St Leonards, Hopkinson sta battendo l'isolato con l'auto come un lupo affamato, quando vide Lisa.

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La piccola inciampa sulla sua auto, così lui scende per scusarsi. Approfittando di quel momento di imbarazzo e sorpresa afferra Lisa e la trascina nel bagagliaio sotto gli occhi di Charlene, che rincorre l'amica e viene, a sua volta, catturata. Distesa nell'oscurità del portabagagli, mentre Hopkinson guida verso Eastbourne, Charlene cerca di confortare Lisa cantandole delle canzoni. Entrambe avevano capito che quel rapimento aveva un movente sessuale.

L'arresto

Hopkinson conduce le due bambine a casa sua e, una dopo l'altra, le violenta. Avendo avuto tempo e opportunità di studiare i dettagli di quel piano, sgancia tutte le maniglie dalle porte e convince le bambine che i genitori si siano rifiutati di pagare il riscatto. Comincia in quel momento la segregazione di Lisa e Charlene. Quattro giorni dopo, grazie alle segnalazioni a carico del quarantacinquenne, l'unico criminale sessuale della zona,  la polizia bussa alla sua porta. Quando vide gli agenti Alan Hopkinson ammise compiaciuto: "Sì, qui ci sono le due ragazze rapite". Lisa e Charlene erano sul letto, terrorizzate. Durante il sopralluogo i poliziotti trovarono alcune mappe della zona in cui vivevano le ragazze, un ‘diario sessuale' e un libro intitolato ‘The Evil Rapist' (Lo stupratore del male). Nell‘hard disk del computer, inoltre, ci sono decine di immagini pedopornografiche ritraenti bambini in tenera età e un elenco di scuole nella zona del Sussex.

La condanna

Davanti ai magistrati al tribunale di Lewes Hopkinson si dichiarerà colpevole di due rapimenti e nove stupri di bambine di 10 anni. Nel pronunciare la sentenza di condanna a nove ergastoli il giudice, Richard Brown conclude: "Questa corte farà tutto quanto è in suo potere per assicurare che non sarà mai più libero: lei è un uomo malvagio".

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