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CGIL: “Occupazione ai livelli del 2008? Merito solo del record di contratti a termine”

Un report della Fondazione Di Vittorio della CGIL spiega che i contratti a tempo determinato ad agosto 2017 hanno toccato la quota record di 2,8 milioni, la più alta dal 2004.
A cura di Davide Falcioni
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E' vero, l'occupazione è tornata ai livelli del 2008, ma ciò è avvenuto "per effetto del balzo in avanti del lavoro a termine". E' la valutazione contenuta nel report della Fondazione di Vittorio della Cgil in merito all'aumento dell'occupazione registrata dall’Istat. Una valutazione non positiva nella misura in cui si spiega che vi è stata una crescita record dei contratti a tempo determinato, arrivati ad agosto 2017 a toccare quota 2,8 milioni, la più alta dal 2004, con un incremento di quasi 1 milione in 13 anni. A fronte di una sostanziale parità del tempo indeterminato si registra invece un forte calo del lavoro autonomo, che scende a quota 5,3 milioni di occupati, circa 900 mila in meno rispetto al 2004.

Secondo la Fondazione Di Vittorio della CGIL è in aumento anche il part time, sopratutto quello che i lavoratori definiscono "involontario", con 4 milioni 329 mila occupati, 1 milione in più rispetto al 2008. Ma ancora: se il numero totale degli occupati è tornato al livello del 2008, non sono cresciute alla stessa maniera le ore lavorate, vale a dire che non vi è un equivalente numero di occupati a tempo pieno.

Le ore lavorate sono diminuite del 5,8%, le unità di lavoro del 4,5%. Numeri che secondo Fulvio Fammoni, il presidente della Fondazione Di Vittorio, dimostrano che "il clima è profondamente peggiorato" e che "l’aumento del numero dei precari sommato al part time involontario produce una cifra record: oltre 4,5 milioni di persone che svolgono un’attività che non hanno scelto, della quale sono insoddisfatti". Secondo Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, "il rapporto smaschera la retorica del recupero occupazionale e della fine della crisi. La nuova occupazione è più debole, precaria e povera. Serve una forte discontinuità nelle scelte di politica economica, noi la proponiamo con il nostro Piano per il lavoro e con la Carta dei diritti universali. Aspettiamo dal Governo riposte concrete sulle nostre proposte unitarie in merito a pensioni, lavoro, giovani, sanità e contratti. Il 14 ottobre saremo in piazza insieme con la Cisl e la Uil per una mobilitazione nazionale".

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