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Centro massaggi a luci rosse nel Padovano, iscritti oltre 3000 uomini

Favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione sono le accuse per le quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio di Alberto Mason, 61enne di Castelfranco Veneto titolare di un centro massaggi a luci rosse di Loreggia.
A cura di S. P.
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Alberto Mason, 61enne di Castelfranco Veneto, e titolare del centro massaggi di Loreggia (Padova) “Paradise Sauna club 307”, rischia il processo per favoreggiamento, sfruttamento e induzione della prostituzione. Il pubblico ministero di Padova ha chiuso l’inchiesta sull’esercizio gestito da Mason nella provincia di Padova e ha sollecitato il suo rinvio a giudizio. Il titolare è attualmente ai domiciliari. Come ricostruiscono diversi quotidiani locali, per poter usufruire dei servizi del centro (ora sottoposto a sequestro preventivo), i soci dovevano iscriversi e pagare una tassa di 80 euro ciascuno. Gli investigatori hanno calcolato che, tra 2011 e il 2015, il particolare contro massaggi aveva totalizzato ben 3.426 iscrizioni per circa 300 mila euro di fatturato in quattro anni. Una somma dalla quale sono esclusi i prezzi per i “servizi” offerti dalle ragazze che lavoravano per Mason. In cosa consistesse il pacchetto offerto dalla spa, gli investigatori lo hanno scoperto grazie a cimici e telecamere piazzate all'interno della struttura. Nel centro lavoravano massaggiatrici, generalmente dell'Est e sudamericane, che secondo l’accusa erano disposte a tutto per soddisfare i clienti.

Prostituzione nel centro benessere – Insomma, i carabinieri avrebbero scoperto un vero e proprio giro di prostituzione nel centro di Loreggia. Secondo la denuncia di un’autentica massaggiatrice che si era presentata da Mason per un colloquio di lavoro, i clienti, provenienti da tutto il Veneto, potevano fare sesso in ambienti riservati, al riparo da occhi indiscreti, pagando dai 100 ai 200 euro a seconda delle prestazioni richieste. Come scrivono i quotidiani locali, il titolare si preoccupava di valutare di persona le “capacità” delle ragazze e, solo in caso di suo gradimento, le assumeva. A documentare l’attività ci sono i video di alcune telecamere installate dai carabinieri che hanno documentato almeno 90 rapporti sessuali in nemmeno due mesi.

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