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Cda Rai, il M5s sceglie i suoi candidati con la votazione online: “Merito torni al centro”

Il MoVimento 5 Stelle sceglierà con una votazione online sulla piattaforma Rousseau i suoi candidati da votare in Parlamento – sia alla Camera che al Senato – per l’elezione del consiglio d’amministrazione della Rai. Cinque i candidati in lizza per il M5s: le votazioni si terranno mercoledì in entrambi i rami del Parlamento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Aggiornamento: La votazione online è partita questa mattina, martedì 17 luglio, alle ore 10 e sarà possibile per gli iscritti alla piattaforma Rousseau esprimere la propria preferenza fino alle 19. I candidati sono Paolo Cellini, Beatrice Coletti, Paolo Favale, Claudia Mazzola ed Enrico Ventrice.

Una votazione online per scegliere i candidati che il MoVimento 5 Stelle presenterà in Parlamento alle votazioni per l’elezione di due componenti del consiglio d’amministrazione della Rai. La votazione – come annunciato con un post sul blog delle stelle – avverrà online sulla piattaforma Rousseau. I nomi in ballo sono cinque e rientrano tra quelli di coloro che hanno presentato la candidatura alla Camera e alla Senato. In lizza ci sono: Paolo Cellini, Paolo Favale e Claudia Mazzola sia alla Camera che al Senato; Enrico Ventrice solo alla Camera e Beatrice Coletti solo al Senato. Il M5s ha fatto una prima scrematura grazie alla quale ha individuato i cinque candidati rimasti in corsa, considerati dei “profili pronti a impegnarsi nella realizzazione della nostra visione di tv pubblica facendo del merito il principale criterio di selezione”.

I profili più votati saranno poi quelli espressi dal MoVimento in Parlamento, tenendo conto del ramo del Parlamento in cui si sono candidati e considerando anche il principio della rappresentanza di genere. Ogni iscritto alla piattaforma Rousseau potrà esprimere una sola preferenza. I curriculum dei cinque candidati sono consultabili sia sui siti della Camera e del Senato, sia sul post pubblicato sul blog delle stelle. L’elezione è prevista per mercoledì sia alla Camera che al Senato: a Montecitorio la votazione avrà inizio alle 11:30, a Palazzo Madama alle 11. Ogni ramo del Parlamento eleggerà due componenti del cda Rai.

Il principio su cui si basa il M5s nella scelta delle candidature parte da un presupposto: “Riteniamo che ad amministrare la Rai non possano essere soltanto i manager con competenze economico-giuridiche, ma anche i soggetti che creano il prodotto televisivo, così come quelli in grado di sfruttare al meglio il processo di convergenza tecnologica tra i mezzi di comunicazione per diffondere i contenuti”. L’obiettivo è quello di “ridisegnare completamente, da qui a cinque anni, l’offerta” del servizio pubblico. “La Rai che vogliamo – si legge ancora nel post – sarà imparziale e indipendente a partire dalla governance e ci batteremo affinché questo corollario non venga derubricato solo a buona intenzione”.

Nel post si ricorda anche il meccanismo che porta all’elezione dei componenti del cda della Rai:

La legge di riforma, approvata nel 2015, prevede un Consiglio di amministrazione ridimensionato da 9 a 7 componenti. Per la prima volta non toccherà alla commissione di Vigilanza, ma saranno la Camera e il Senato a eleggere 2 componenti per parte. Altri 2 membri saranno scelti dal Consiglio dei ministri, mentre un altro verrà designato dall'assemblea dei dipendenti dell’azienda. Il Parlamento sarà chiamato quindi a scegliere 4 nomi tra coloro che hanno inviato il proprio cv nell’ambito della procedura di selezione pubblica prevista dalla legge.

Il M5s ribadisce di voler “mettere la parola fine alla lottizzazione della tv di Stato, considerata da sempre un territorio da occupare e subordinare agli interessi di parte. Vogliamo dire basta alla concezione distorta del pluralismo come spartizione di un feudo secondo canoni cencelliani. Solo un’informazione indipendente può renderci liberi e vogliamo giornalisti non asserviti al partito di turno. Vogliamo un’azienda che sia realmente un bene comune e faccia servizio pubblico, investendo nel proprio personale interno”, continua ancora il post ricordando che la Rai è “la più grande azienda culturale del Paese” i cui datori di lavoro sono “gli italiani”.

La rivoluzione della Rai deve partire da alcuni punti, secondo i pentastellati: “La qualità del prodotto audiovisivo, la sua fruizione attraverso i diversi dispositivi, la possibilità di commercializzarlo all’estero, costituiranno le sfide più urgenti. Per tali ragioni riteniamo che ad amministrare la Rai non possano essere soltanto i manager con competenze economico-giuridiche, ma anche i soggetti che creano il prodotto televisivo. L’obiettivo è quello di far evolvere la Rai verso un modello di moderna media company che punti sul digitale e sull’innovazione e ne sappia cogliere le sfide, privilegiando prodotti multimediali di qualità e puntando a un’informazione in cui il rigore delle notizie prevalga sui contenitori di commento. Strategica sarà infine la componente industriale, attraverso la valorizzazione dei centri di produzione rispetto agli appalti esterni, delle risorse interne rispetto a quelle esterne”.

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