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Catania, slittano funerali vittime. Le storie dei vigili del fuoco morti nell’esplosione

Chi erano Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico i due vigili del fuoco deceduti nella tragica esplosione di via Garibaldi 335. I loro parenti dovranno attendere per i funerali: per problema formale giuridico l’autopsia sulle vittime non si potrà eseguire prima della prossima settimana .
A cura di Biagio Chiariello
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Ad unirli era la passione per il calcio, oltre che quel sogno poi realizzato di diventare vigili del fuoco. Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico sono i due pompieri deceduti nella tragica esplosione di via Garibaldi 335. 40 anni, tre figli, nato a Catania e residente nel quartiere Cibali, Dario era figlio di Totuccio Ambiamonte, il prossimo mese di aprile avrebbe compiuto 40 anni,. Era un uomo solare, che amava il proprio lavoro. Così come Giorgio, sposato da poco tempo, aveva un bimbo. Nato a Trapani, diplomatosi ragioniere, era molto conosciuto nel mondo del pallone. Cresciuto nelle giovanili della formazioni granata, aveva giocato da attaccante nel Trapani Calcio dal 2000 al 2004 nel campionato di Eccellenza. Dopo aver prestato per diverso tempo servizio in Lombardia, era finalmente tornato nella sua Sicilia. Marco, il suo bambino, gli aveva anche scritto (un anno fa) una lettera in occasione della festa del papà:

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Posticipati i funerali dei due vigili del fuoco

I loro parenti dovranno ancora attendere per l’ultimo saluto. Le esequie sono infatti stata posticipate per un problema formale giuridico. Non è stato ancora possibile per la Procura disporre l’autopsia. Nell’inchiesta risulta indagato, come atto dovuto, per disastro e omicidio colposo plurimo il caposquadra dei soccorritori, Marcello Tavormina, 38 anni, che ha un trauma cranico ed è ricoverato, assieme al collega Giuseppe Cannavò, di 36 anni, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi, diretto dal dottore Sergio Pintaudi. Poiché l’esame un atto irripetibile non si può legalmente eseguire senza che la sua esecuzione sia formalmente notificata all’indagato, che può nominare un legale e un perito di parte. Questo non sarà possibile prima della prossima settimana.

Si rafforza l'ipotesi del suicidio

E Catania è ancora sotto choc. Il rumore dell’esplosione che tre giorni fa ha sventrato la palazzina di via Garibaldi 325 risuona ancora forte tra i residenti. Oltre ai due pompieri, nella deflagrazione è rimasto ucciso l’anziano Giuseppe Longo, che al piano terra aveva una bottega dove riparava biciclette. Nelle ultime ore è emerso che il 75enne aveva disagi psicologici per il suo stato di salute. Il suo lavoro non andava più come un tempo. Anzi recentemente aveva subito una truffa nell’acquisto di bici. È quanto emerge, secondo il Giornale di Sicilia, da una lettera scritta dallo stesso Longo.

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