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Catania, sequestra e sevizia la convivente 20enne disabile e incinta: arrestato 23enne

L’uomo la costringeva a non uscire di casa e sarebbe arrivato a spegnerle le sigarette sulle braccia.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbe rinchiuso in casa la giovane con cui conviveva sottoponendola ad ogni sorta di violenza e sevizia anche dopo aver scoperto che la ragazza aspettava un figlio da lui. Per questo un ragazzo  di 23 anni è stato arrestato e condotto in cella questa mattina dai carabinieri di Catania in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della locale Procura della Repubblica. L'uomo deve rispondere del reato di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. A denunciarlo dopo mesi di violenze subite, è stata la giovane, una ragazza di 20 anni disabile che nel frattempo è diventata anche mamma.

La giovane ha raccontato ai militari che aveva conosciuto l'uomo all'inizio del 2016 su Facebook, innamorandosi di lui e aveva deciso quindi di andare a convivere sotto lo stesso tetto. Quella che doveva essere una nuova vita felice, però, ben presto si è trasformata in un vero e proprio incubo. Il convivente le ha fatto perdere ogni contatto con la famiglia d'origine sottoponendola infine a ad ogni sorta di maltrattamento fisico e psicologico. Il 23enne sarebbe arrivato a spegnerle le sigarette sulle braccia e a minacciarla con frasi come "Se mi lasci ti toglieranno il bambino e non lo rivedrai mai più".

La ragazza infatti in varie occasioni avrebbe tentato di allontanarsi da lui ma senza successo. Anche i tentativi della famiglia d'origine di sottrarre la ragazza ai comportamenti del convivente erano falliti perché il 23enne in più occasioni e con l'aiuto di altre persone, era andato a riprendersela minacciando gravi ritorsioni. La ragazza ha anche raccontato che quando il convivente andava al lavoro era costretta a rimanere chiusa in casa e senza alcuna possibilità di uscire. Le violenze sarebbero proseguite anche durante la gravidanza tanto da indurre infine la giovane a rivolgersi ai carabinieri. Per lui si sono aperte le porte del carcere di Piazza Lanza, lei invece è stata affidata insieme al figlio di cinque mesi ad una struttura protetta del Catanese.

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