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Catania, ragazza trans schiaffeggiata e insultata in un bar: nessuno interviene

Le battaglie di Agnese Vittoria sono note: tempo fa l’Università di Catania le ha anche concesso il doppio libretto così da non provare più imbarazzo durante gli esami. Purtroppo qualche giorno fa è stata vittima di un brutto episodio di omofobia.
A cura di Biagio Chiariello
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Agnese Vittoria è una studentessa transessuale nota per le sue battaglie all’Università di Catania (ha anche ottenuto il doppio libretto universitario. Qualche giorno fa è stata vittima di un brutto episodio di omofobia in un bar nel cuore del capoluogo etneo; è stata lei stessa a raccontarlo a Gaypost.it: “Ero senza voce, un tè caldo mi sembrava una buona scelta”. Mentre aspetta al bancone, si accorge che un gruppetto formato da tre uomini e due donne iniziano a guardarla, poi si mettono a ridere e parlano tra loro senza perderla di vista. “Ho pensato che stessero dicendo qualcosa contro di me e mi ha dato fastidio. Allora li ho ripresi. Gli ho detto che le persone non si prendono in giro, si rispettano e che se avevano tutta questa voglia di ridere potevano prendere in giro le loro madri o i loro figli. Sono sincera: ammetto che ero incavolata, ma credo di essere stata perfino troppo educata, tutto sommato” ha raccontato Agnese. A quel punto, una donna del gruppo che prima la derideva l’ha seguita, inveendo contro di lei. “Mi parlava col viso vicinissimo al mio, urlandomi di stare zitta, anzi di stare ‘zitto’. Con quel poco di voce che avevo cercavo di dirle che lei non c’era e non poteva saperlo. Ma niente, continuava a parlarmi addosso ed erano in tre tutti attorno a me”.

Uno degli uomini, poi, avvicinandosi ancora di più, l’avrebbe dato uno schiaffo e spinta “come se volesse aggredirla fisicamente”. “”Per fortuna gli altri lo hanno fermato – continua la ragazza trans schiaffeggiata–, altrimenti probabilmente mi avrebbe picchiata”. Immancabili gli epiteti omofobi: “A quel punto, sempre lui, mi ha detto ‘ricchiuni, un parri cchiù ora?’ (‘frocio, non parli più ora?’ in siciliano, ndr) a voce alta: hanno sentito tutti, nel bar”. Agnese è stata poi soccorsa dal personale del bar, nell’indifferenza – racconta – degli altri avventori.  L’indomani la denuncia ai Carabinieri perché – spiega – “episodi del genere non devono più accadere né a me né a nessun altro”. E ancora: “Nessuno ha il diritto di scherzare sui nostri corpi – conclude Vittoria – e anche quando ti vorresti discolpare non hai il diritto né di alzare le mani né di offendere con termini dispregiativi come ricchione”.

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