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Catania: denunciò la morte della moglie, ma l’avrebbe uccisa lui: “Soffocata a letto”

Non fu morte naturale quella di Maria Visalli, deceduta lo scorso 13 agosto. Secondo quanto emerso dall’autopsia, la donna è morta per soffocamento procurato con l’interposizione di un mezzo soffice, probabilmente un cuscino. Il marito l’avrebbe uccisa perché stanco di accudirla.
A cura di Susanna Picone
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A Catania un uomo di sessantuno anni, Gaetano Barra, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie Maria Visalli, di dieci anni più grande. L’omicidio sarebbe avvenuto a Catania nella notte tra il 12 e 13 agosto scorsi. In quella occasione Barra aveva detto che la donna, malata, era andata a letto con febbre alta e vomito e la mattina successiva, intorno alle 6, si era accorto che non respirava. Nonostante questo aveva continuato a dormire fino alle 13.30, poi solo a quel punto aveva chiamato la sorella che a sua volta aveva allertato il 118. Per i medici del primo soccorso era stata una morte naturale, sopraggiunta 6-8 ore prima del loro intervento, ma stando a quanto emerso successivamente, la donna sarebbe stata uccisa per soffocamento mentre era a letto. La svolta nelle indagini che hanno portato all’arresto del marito è arrivata dall'autopsia, da intercettazioni ambientali e dal racconto della sorella dell'uomo.

Incastrato dall’autopsia e dalle intercettazioni – Alla polizia Barra aveva spiegato di non avere chiamato lui i soccorsi perché si “era stancato per un lungo periodo di assistenza la moglie da solo”. Anche alla luce delle anomalie rilevate dagli investigatori della squadra mobile, la Procura della Repubblica di Catania ha deciso di disporre l'autopsia sul corpo della donna. A quel punto dall'esame è emerso che la morte della settantunenne poteva essere dovuta a “una compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice (lenzuola, coperte, cuscino)”. Inoltre dai servizi di intercettazione è emerso che l’uomo aveva provato a costruire una versione dei fatti a propria discolpa, nel tentativo di fornire una spiegazione alla sua anomala condotta. Espletate le formalità di rito, Barra è stato condotto in carcere su disposizione del Gip per l'omicidio della moglie con l'aggravante di avere commesso il fatto approfittando della minorata difesa della donna.

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