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Cassazione toglie la figlia ai genitori anziani: sì definitivo ad adottabilità della bimba

Si conclude con la sconfitta dei genitori l’intricata vicenda della bimba tolta ai genitori anziani che andava avanti da anni. Per la Cassazione i due sarebbero incapaci “di comprendere quali siano i bisogni emotivo affettivi e pratici” della bambina non solo per ala loro età.
A cura di Antonio Palma
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Dopo anni di battaglia legale, perizie, ricorsi e contro ricorsi, si conclude con la dichiarazione di adottabilità da parte della Cassazione il caso della bambina tolta ai genitori nonni di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Con il verdetto depositato oggi, infatti, la Suprema Corte ha confermato la sentenza emessa dalla Corte di appello di Torino nel marzo 2017 nel processo di secondo grado-bis, togliendo definitivamente la picca alla custodia dei genitori biologici. Il Giudice ha stabilito che il padre e la madre della piccola sono incapaci "di comprendere quali siano i bisogni emotivo affettivi e pratici" della bambina, sottolineando però che la decisione finale di dichiarare l'adottabilità della minore non è stata centrata "esclusivamente" sull'episodio di abbandono in auto della piccola per qualche minuto da dove tutto è partito, né solo sulla loro età avanzata, dal momento che le indagini svolte si sono arricchite di "numerosi ulteriori elementi".

Menzionando le varie perizie svolte in tutti questi anni di processi, i giudici hanno ricordato che il padre della bimba è risultato "totalmente dipendente" dai desideri della moglie che invece sarebbe "chiusa in un processo narcisistico". La Cassazione sottolinea però soprattutto che padre e madre, pur non presentando "caratteristiche di emarginazione sociale, culturale ed economica" e pur avendo collaborato con le "indicazioni" dei servizi sociali, hanno riportato "valutazioni tecniche", emerse nei giudizi di merito, "univocamente negative in ordine all'idoneità' genitoriale". Ad avviso della Cassazione la "complessiva valorizzazione e valutazione" di tutti gli elementi raccolti nei processi di merito costituisce un nucleo "incensurabile" per la decisione finale. Per la complessità della vicenda, la Suprema Corte infine ha compensato le spese di giudizio tra i genitori e il tutore provvisorio della bimba.

"È una grande vittoria che mette fine a una vicenda inverosimile sulla quale la Cassazione si è pronunciata tre volte: la bambina che io rappresento come curatore speciale, e che non ho mai conosciuto né so dove abita o quale sia la sua famiglia, è già stata adottata formalmente tre anni fa e da sei anni vive nello stesso ambiente familiare" ha dichiarato dopo la sentenza l'avvocato Carlo Rasia che, insieme alla collega Laura Dutto, come curatori speciali della bambina, ha difeso in Cassazione l'interesse della piccola a rimanere a vivere nella famiglia che sei anni fa la ha accolta. Ricordando che la famiglia adottiva non era parte del procedimento deciso dalla Cassazione e che lui non sa memento se la bambina viva in Piemonte o in un'altra regione, l'avvocato ha spiegato che "ora la famiglia definitiva della bambina sa che nulla mette in discussione il diritto della piccola a vivere con quelli che lei considera i suoi genitori, e che sono il padre e la madre adottivi".

La storia dei genitori nonni

Si conclude così con la sconfitta dei genitori la intricata vicenda che andava avanti da anni. Tutto era iniziato per una denuncia di abbandono dopo che la piccola, nata a Torino nel 2010,  era stata lasciata dai genitori per qualche minuto da sola in macchina a pochi mesi dalla nascita, davanti casa per portare la spesa. Da lì erano intervenuti i servizi sociali e la bimba era sta allontanata. Poi anche a causa del loro età avanzata, Luigi Deambrosis ha 75 anni e Gabriella Carsano ne ha 63, i due genitori sono stati dichiarati non idonei ad accudirla. Infine il lungo iter processuale tra ricorsi, sentenze e annullamenti. Nel novembre scorso sembra ci fosse uno spiraglio per i due, che ormai non vedono la bimba dal lontano 2013 per decisione dei magistrati, ma ora il verdetto sancisce la parola fine alla vicenda.

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