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Caso Siri, Clemente Mastella: “Luigi Di Maio mi ha rotto le palle”

Il sindaco di Benevento commenta le affermazioni di Luigi Di Maio, per cui il governo non sarebbe caduto nonostante le tensioni sul caso Siri in quanto “Matteo Salvini non è Clemente Mastella”. L’ex ministro della Giustizia replica: “Francamente, mi ha rotto le palle. Che trovi altri argomenti per alimentare le discussioni con l’alleato di governo”.
A cura di Annalisa Girardi
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In foto: Clemente Mastella.
In foto: Clemente Mastella.

"Leggo e vedo che l'onorevole Di Maio continua a tirarmi dentro nella vicenda che riguarda il sottosegretario Siri. Voglio dirgli con estrema franchezza che mi ha letteralmente rotto le palle". Così il sindaco di Benevento Clemente Mastella, risponde alle dichiarazioni di Luigi Di Maio che ha affermato: "Conosco Salvini, è una persona intelligente che ha a cuore il governo, farlo cadere per un'inchiesta su un sottosegretario mi sembra azzardato, l'ultimo a farlo è stato Mastella". Il riferimento del vicepresidente del Consiglio riguardo alle implicazioni di Mastella nella caduta del governo di Romano Prodi più di 11 anni fa intendeva rassicurare sulla stabilità dell'esecutivo attuale, nonostante settimane di tensione fra Lega e Movimento 5 Stelle.

"Io infatti mi dimisi, pur ritenendo che fossi innocente. Convinzione successivamente avvalorata anche dai verdetti giudiziari che hanno restituito piena dignità sia alla mia persona che alla mia famiglia, oltre che al mio partito", aggiunge Mastella, rimarcando il fatto che il suo partito, Popolari Udeur, uscì distrutto dalla vicenda. "L'onorevole Di Maio", prosegue, "anche per ragioni anagrafiche (beato lui!), dimostra ancora una volta di conoscere poco i fatti riguardanti una circostanza in cui, tra l'altro, ebbi scarsissima solidarietà politica ed umana da parte dei miei stessi alleati di governo. È a tutti noto, infatti, che i voti dell'Udeur non furono determinanti per la caduta del governo Prodi per il semplice fatto che i voti contrari furono 161, quelli favorevoli 156 e i parlamentari dell'Udeur erano solo 3, di cui 1 (Cusumano) votò a favore".

L'ex ministro della Giustizia conclude consigliando al ministro del Lavoro di utilizzare altri argomenti per alimentare le sue discussioni con il collega leghista Matteo Salvini, aggiungendo che "la maggior parte degli italiani inizia ad essere stufa" della vicenda che, "oltretutto, risulta essere molto dannosa per il nostro Paese sia sul piano interno che sul quello internazionale".  Le affermazioni di Di Maio rispondevano a delle indiscrezioni per cui l'alleato di governo avrebbe deciso di mettere un punto all'intesa con il Movimento, a causa dei continui scontri sul caso Siri, il sottosegretario ai Trasporti leghista indagato per corruzione. "La questione Siri è chiusa, se non si dimette lui si andrà in  Consiglio dei ministri e si voterà il decreto del presidente del Consiglio. Conti alla mano il M5s ha la maggioranza assoluta in Consiglio, però spero non si arrivi ad un voto", aveva dichiarato il vicepremier.

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