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Caso Roberta Martucci, la sorella: “L’assassino? Cercate l’uomo che mi ha molestato”

“L’assassino di Roberta è quel familiare che mi ha molestato per anni, gli inquirenti hanno il suo nome, andatelo a prendere”. Così a Chi l’ha virsto, Sabrina Martucci, la sorella di Roberta, la giovane infermiera scomparsa da Lecce 20 anni fa. “Ho tenuto il segreto delle molestie per anni, ma quando gli inquirenti hanno puntato il dito verso di lui ho detto la verità “.
A cura di Angela Marino
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Dopo un anno dalla riapertura ufficiale del caso di scomparsa di Roberta Martucci, la 28enne leccese che ha fatto perdere le sue tracce nel 1999, la sorella svela un inquietante segreto di famiglia."Sono Sabrina Martucci,  Non ho mai fatto sentire la mia voce – dice la donna ‘Chi l'ha visto?' – ma penso che ora sia arrivato il momento. C'è un segreto che ho tenuto dentro per anni e che ho detto agli inquirenti perché penso che possa aiutare a capire cosa è successo a Roberta". Già un anno fa, Isabel Martina, criminologa consulente del caso, ci aveva parlato della pista riguardante un familiare, ma ora di quel familiare ha parlato in maniera chiara Sabrina.

Il segreto

"Quando gli inquirenti mi hanno chiesto specificatamente che tipo di rapporto avessi con lui – prosegue Sabrina – e lì ho dovuto rivelare il segreto che avevo. Ho detto la verità, che mi ha molestata per anni, e la cosa psicologicamente mi ha distrutto. Penso che abbia fatto lo stesso con lei e che lei lo abbia respinto" "Penso che Roberta sia stata uccisa e che il movente sia sessuale". "Quella sera sicuramente è stata seguita e fermata, ha avuto una discussione ed è stata ammazzata e poi il suo corpo è stato nascosto". "L'assassino sapete chi è, ce l'abbiamo in mano, quindi andatelo a prendere: basta".

Appuntamento con la morte

"Per anni – racconta Sabrina – gli inquirenti hanno seguito la pista delle amiche, ma poi quella strada non ha portato a niente". Le ragazze a cui Sabrina fa riferimento sono le amiche con cui la giovane infermiera aveva appuntamento quella sera del 20 agosto, 1999, a Gallipoli. Roberta esce da casa a Torre San Giovanni, alla guida della sua Fiat Uno Bianca, fa una sosta per accompagnare la sorella Sabrina, ma a casa dell'amica Rory non arriverà mai. La sua Uno bianca viene ritrovata aperta, senza chiavi né documenti, parcheggiata a metà strada tra casa sua e casa dell'amica.

La riapertura del caso

Il caso viene aperto e poi richiuso senza che si delinei una pista credibile finché, un anno fa, grazie alle indagini difensive del nuovo team della famiglia, viene riaperto. L'inchiesta punta dritta verso quel parente protagonista degli inquietanti racconti di Sabrina. "Avanti verso la Giustizia e la Verità" dice Isabel Martina, consulente del caso insieme alla collega criminologa Roberta Bruzzone. Proprio grazie al loro lavoro, unitamente a quello dell'avvocato Fabrizio Ferilli, si è giunti alla riapertura del caso.

Sabrina Martucci
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