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L'omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna

Caso Niccolò Ciatti, i verbali dell’arresto dell’assassino: “Aveva uno sguardo selvaggio”

Le testimonianze dei tre agenti dei Mossos d’esquadra catalani intervenuti la notte della morte di Niccolò Ciatti, il ragazzo italiano ucciso in una discoteca di Lloret de Mar ad agosto. Secondo gli agenti, i tre ceceni non sembravano ubriachi: al momento uno di loro è in carcere, gli altri due indagati a piede libero.
A cura di Susanna Picone
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I calci in discoteca, poi la fuga verso la spiaggia, infine l’arresto. A quattro mesi dall’omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna, in un locale di Lloret de Mar, il quotidiano La Nazione ha pubblicato i verbali dell’arresto dei tre ceceni accusati di aver pestato a morte il ventiduenne italiano. Verbali da qui emerge un ritratto più preciso dei ragazzi accusati di aver aggredito e ucciso il giovane di Scandicci la notte dell’11 agosto scorso. La testimonianza fornita da tre poliziotti intervenuti quella notte è lunga e dettagliata: “Abbiamo sentito dalla stazione radio che c’era stata una rissa al St Trop – si legge sui verbali –, quando arrivammo stavano rianimando una persona. Il direttore ci disse che avevano trattenuto i tre autori dell’aggressione ma che il personale della discoteca aveva poi dovuto lasciarli andare perché erano diventati molto violenti”. Gli aggressori di Niccolò erano scappati verso la spiaggia, dove poi sono stati intercettati dai mossos in servizio. Si tratta di Rassoul Bissoultanov, al momento in carcere a Girona, e i suoi amici indagati a piede libero e tornati a Strasburgo, Mosvar Magamadov e Khabiboul Khabatov. Due ceceni erano seduti su un muretto, Rassoul Bissoultanov era invece a una doccia. Per descriverlo i poliziotti parlano di “uno sguardo selvaggio”.

Gli aggressori di Niccolò "non sembravano ubriachi" – “Era solo, nell’area della doccia ed era quello che resisteva di più, non si lasciava catturare ma non picchiava”, così nei verbali. Magamadov ai poliziotti ha detto in inglese di non aver avuto alcun problema e di non aver fatto niente ma solo “separato i suoi amici da una lotta”. Il suo torno era “arrogante” e tutti e tre avevano, secondo i poliziotti, un atteggiamento “sbrigativo”. L’avvocato di Bissoultanov ha chiesto se sembrassero alterati, ma secondo i poliziotti “non sembravano ubriachi, sembrava che fossero sconvolti dal combattimento e non conseguenza delle droghe. Hanno parlato perfettamente e camminato correttamente”. Il direttore del St Trop, il primo che ha riconosciuto i tre fermati e ha fornito agli inquirenti un video, ha anche detto che in discoteca avevano già avuto problemi con quei tre ceceni, che “non riuscivano a tenerli perché erano molto violenti”, che “non potevano combattere con queste persone” che pure avevano attaccato un dipendente.

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