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Caso Ilaria Alpi: la Camera mette online i documenti, via il segreto su 13mila pagine

Il 20 marzo è l’anniversario del delitto di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Per quell’occasione, la Camera dei deputati ha deciso di desecretato tutti i documenti depositati presso l’Archivio storico della Camera, compresi i video, messi a disposizione dalla Rai. Boldrini: “Possa questa azione di trasparenza contribuire alla ricerca della verità e alla conservazione della memoria”
A cura di B. C.
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Domenica 20 marzo, saranno esattamente ventidue anni da quel giorno del 1994 in cui Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vennero uccisi a Mogadiscio. Per l’occasione la Camera dei deputati ha voluto mettere online l’Archivio digitale con tutta la documentazione raccolta dal Parlamento sul caso. All'indirizzo archivioalpihrovatin.camera.it sarà dunque possibile trovare i documenti depositati presso l’Archivio storico della Camera: oltre a quelli “liberi”, finora consultabili solo andando di persona alla sede di Roma (2009 documenti, per 104.943 pagine), ci saranno ora anche quelli declassificati per iniziativa della Presidenza della Camera nel corso di questa legislatura (208 documenti, per un totale di 13.614 pagine; una prima tranche di 17 documenti era stata declassificata alcuni mesi fa).

Il materiale – che può essere richiesto attraverso la compilazione di una domanda online – compre tra l’altro: gli atti della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione con i paesi in via di di sviluppo 1994-1996; gli atti della Commissione governativa 1997-1998; tutti gli altri atti acquisiti dalla Commissione d’inchiesta sulla morte della giornalista Rai e dell’operatore, istituita nella XIV legislatura, versati all’Archivio storico della Camera (che comprendono anche materiali relativi alle inchieste della magistratura, ai procedimenti giudiziari, alle sentenze processuali, alle diverse inchieste giornalistiche).

“Questi documenti ci fanno entrare nel mondo di Ilaria – ha dichiarato la Presidente della Camera, Laura Boldrini – ci fanno scoprire com’era e come lavorava; fanno emergere il profilo di una donna appassionata e insieme di una giornalista di talento. La sua voce era diventata, nei primi anni ’90, la voce della Somalia, così come le immagini di Miran Hrovatin ci avevano fatto conoscere un Paese messo in ginocchio dalla guerra fratricida, dalla fame e dalla povertà. Possa questa azione di trasparenza contribuire alla ricerca della verità e alla conservazione della memoria”.

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