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Caso Consip, chiesto il rinvio a giudizio per l’ex ministro Luca Lotti

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex ministro Luca Lotti in merito all’inchiesta sul caso Consip. Con lui rischiano il processo altri sei: l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, il generale dell’arma, Emanuele Saltalamacchia, l’imprenditore Carlo Russo, Filippo Vannoni e l’ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto, oltre all’ex colonnello dell’arma, Alessandro Sessa.
A cura di Stefano Rizzuti
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La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone in merito all’inchiesta sul caso Consip. Tra loro figura anche l’ex ministro, durante la scorsa legislatura, Luca Lotti. Con lui rischiano di andare a processo anche l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, il generale dell’arma, Emanuele Saltalamacchia, l’imprenditore Carlo Russo, Filippo Vannoni e l’ex maggiore del Noe Gianpaolo Scafarto, oltre all’ex colonnello dell’arma, Alessandro Sessa. A Lotti viene contestata l’accusa di favoreggiamento poiché, questo è il parere degli inquirenti, avrebbe rivelato all’amministratore delegato di Consip, nell’estate del 2016, dell’esistenza di una indagine che lo riguardava in prima persona, con intercettazioni telefoniche già in corso.

Del Sette viene invece accusato di rivelazione di segreto d’ufficio: avrebbe riferito informazioni riguardanti un’indagine che coinvolgeva l’imprenditore Alfredo Romeo all’ex presidente della società, Luigi Ferrara. Ancora, tra gli indagati troviamo anche l’ex carabinieri del Noe e oggi assessore alla Sicurezza di Castellammare di Stabia, Gianpaolo Scafarto. Il suo ruolo nell’inchiesta è stato ritenuto centrale dai pubblici ministeri, in quanto avrebbe avuto il ruolo di ‘manovratore’ dell’inchiesta, con l’obiettivo di incastrare Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio e attuale senatore del Pd Matteo.

Per Renzi padre, invece, il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, hanno chiesto l’archiviazione. Decisione presa perché “a prescindere dalla sua inverosimile ricostruzione dei fatti non vi sono elementi per sostenere un suo contributo nel reato di traffico illecito di influenze”. Carlo Russo viene accusato di aver “abusato del cognome di Renzi”. Secondo i pm, questo sarebbe avvenuto quando parlava al telefono con Alfredo Romeo. Il reato contestato è quello di millantato credito.

Oltre a Lotti, sono accusati di favoreggiamento anche Saltalamacchia e Vannoni. Secondo i magistrati ruolo decisivo avrebbe ricoperto la testimonianza di Luigi Marroni, ex ad di Consip, che ha confessato di aver tolto le cimici dagli uffici “perché ho appreso di essere intercettato”. Sessa, infine, viene accusato di depistaggio.

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